ECONOMIA DOMESTICA

Il Piemonte sarà pure bello, ma non lo sa nessuno

Il turismo arranca a causa di una scarsa attività di promozione e d'informazione. Cresce ma meno della media nazionale. Una capacità di attrarre non ancora all’altezza delle potenzialità: “Servono mirate politiche pubbliche”. La ricerca di Unioncamere

Il turismo piemontese è in crescita, ma meno della media nazionale. Anche il valore aggiunto del settore e la spesa media giornaliera sono al di sotto della media italiana. I turisti valutano però positivamente il soggiorno e lo consigliano agli amici, tanto che il passaparola è la prima motivazione della scelta del Piemonte come meta turistica. È questa la sintesi di una indagine di Unioncamere Piemonte, illustrata oggi a Torino Incontra dalla responsabile dell’ufficio Studi Sarah Bovini.

Il sistema turistico piemontese in senso lato – considerando cioè anche trasporti, intrattenimenti e agenzie di viaggio – conta oltre 46mila imprese e 153mila addetti, pari al 10 per cento del Pil regionale. Restringendo il campo a ricettività e ristorazione, il dato scende al 2,3 per cento del Pil – penultimo posto in Italia – contro il 3,2 per cento nazionale. La spesa media giornaliera per il pernottamento è sui 47 euro a testa contro i 52 nazionali, e per tutto il resto è di 63 euro contro 81. La Regione è comunque al 7° posto in Italia sia per numero di imprese, con una quota pari al 6,4 per cento del totale nazionale, sia per addetti, che sono il 6 per cento del totale italiano. Ma il cosiddetto tasso di turisticità, ottenuto rapportando i pernottamenti alla popolazione complessiva, colloca il Piemonte al terzultimo posto italiano, davanti solo a Sicilia e Molise. Una notizia che dimostra quanto ancora sia da fare in un settore individuato tra gli assi strategici di sviluppo di una regione che sempre più sul terziario prova a rilanciarsi.

Tra il 2015 e il 2018 sono cresciuti sia alloggio e ristorazione (+3 per cento), sia i restanti servizi turistici (+5 per cento); il problema è che nel resto d’Italia si cresce molto di più. In aumento la vendita di camere, ma l’occupazione media, sul 57 per cento, evidenzia capacità inutilizzata. Sul fronte dell’informazione, il Piemonte viene scelto grazie a internet per il 20 per cento dei casi (contro il 40 della media nazionale). Più di un turista su due (il 53 per cento) scopre la regione grazie al consiglio degli amici, il 28 per cento con l’esperienza personale. E analizzando meglio il web, i social non arrivano al 2 per cento.

Insomma, al momento non bastano ancora le montagne e i laghi, le colline della filiera vinicola e le dimore reali, i percorsi naturalistici e quelli enogastronomici. Tutto bellissimo, ma se non viene promosso adeguatamente i turisti, soprattutto quelli stranieri, continueranno ad andare altrove. Se c'è una cosa che dimostra questo studio, infatti, è che i turisti valutano positivamente l’esperienza in Piemonte. Ma l’attività di promozione e informazione resta ancora carente, la redditività insufficiente, e la capacità di attrarre non ancora all’altezza delle potenzialità. Per intervenire con efficacia, hanno sostenuto, servono mirate politiche pubbliche.

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