PALAZZI ROMANI

"Il ministro non è il suo mestiere", Molinari ad alzo zero su Toninelli

Salvini chiede la testa del titolare delle Infrastrutture, Conte lo difende e allora scendono in campo i dioscuri leghisti di Camera e Senato. Per il segretario piemontese del Carroccio il "Signor No" è inadeguato e va giubilato. Via al rimpasto?

Il premier Giuseppe Conte difende la squadra – “stanno lavorando tutti bene” – compreso quel Danilo Toninelli che, dopo il no alla Gronda di Genova (goccia che ha fatto traboccare il vaso), Matteo Salvini vuole cacciare il più presto possibile dal governo. A dare man forte al capitano scende in campo anche il luogotenente in terra allobroga, Riccardo Molinari, che nella sua veste di capogruppo alla Camera spara a palle incatenate: “No alla Tav. No alla Tav veneta. No alla Pedemontana. No al Piano crocieristico della laguna di Venezia. No al nodo Firenze alta velocità. E ora anche con il No alla Gronda, la misura davvero colma – scrive in una nota il segretario piemontese della Lega –. Toninelli è il ministro del No ed è incomprensibile che il premier Conte prenda le sue parti quando sa bene che il Paese ha bisogno di ripartire e non di essere bloccato per paura di sbagliare. Questo modo di agire non fa bene alla nostra Italia che ha bisogno invece di slancio, di cantieri aperti, di opere e di persone che lavorano”

E poi per rendere maggiormente esplicito ciò che ha in testa Salvini aggiunge: “Se nella vita la paura di sbagliare ti attanaglia e la tua decisione sarà sempre no quello del ministro non è il tuo ruolo migliore”. Insomma, non siamo alla crisi di governo ma ormai è iniziata la partita del rimpasto e Toninelli è il primo a finire nel mirino.

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