GEOGRAFIA POLITICA

Autonomia, Roma torna ladrona: Lega (e Cirio) sull'asse del Nord

Governatore e Molinari piazzano il Piemonte sul fronte lombardo-veneto: "Perfetta sintonia tra noi e con Salvini". A Palazzo Lascaris Allasia e il centrodestra fanno quadrato sulla Commissione

“Matteo sull’autonomia sta mettendo in discussione la tenuta del Governo. Come si fa a dire che sarebbe stato poco incisivo? Non scherziamo, abbiamo fatto il Governo per fare l’autonomia e senza autonomia non c’è governo”. Riccardo Molinari sta per concludere a cena la domenica più calda per l’esecutivo, con Lega e Cinquestelle a meno di un passo dalla rottura e con quella lettera durissima dei governatori di Veneto e Lombardia indirizzata al premier Giuseppe Conte. Il capogruppo alla Camera e segretario piemontese, rifiuta come una portata scotta l’idea di un Salvini in qualche modo attento a non pregiudicare lo sbarco al Sud con un “ritorno” su posizioni nordiste: “Ma non sta in piedi, questa cosa. Salvini è il primo a battersi per più autonomia alle Regioni”. Insomma “nessuna difficoltà” all’interno del partito del Capitano, da Nord a Sud. Ma è fuor di discussione che il Carroccio salviniano, prima dell’autonomia ha ottenuto in questo scontro durissimo con i Cinquestelle il risultato di rafforzare ulteriormente l’asse del Nord. “La Lega piemontese è perfettamente in sintonia, totalmente allineata con quella del Veneto e della Lombardia” spiega Molinari, con un’aggiunta che è non lascia spazio all’idea di una testuggine del settentrione leghista un po’ distante dal Capitano: “Matteo è il primo a sostenere questa linea, ad averla indicata quando si è formato il Governo e a non aver mai mollato”. Mola mai, tegn dur, diceva Umberto Bossi quando la Lega era Nord e Roma era ladrona.

C’è tanto di quel Nord nello scontro che potrebbe precipitare giovedì quando il regionalismo differenziato arriverà in consiglio dei ministri. Quasi un ritorno alle origini, autentiche e ancora vibranti rispetto a quello sbarco in meridione del Capitano che pur di fronte a innegabili successi conserva tutte le incognite dovute alla classe dirigente spesso affollata di riciclati e tutt’altro che reclutata tra l’autonomismo, laddove esista.  

“In Piemonte ci siamo presentati agli elettori promettendo l’autonomia, promessa che manterremo. Il presidente Alberto Cirio ha detto chiaramente che questa sarà la legislatura dell’autonomia e si è subito posto al fianco dei colleghi del Veneto e della Lombardia”. Molinari rafforza il suo pensiero con questi passaggi qualche ora dopo che proprio Zaia e Fontana con una durissima lettera avevano lanciato un ultimatum a Conte: “Deve essere chiaro che noi non firmeremo un accordo senza qualità come quello per ora che si sta profilando. Lei si assumerà la responsabilità di aver negato quanto è stato chiesto da milioni di elettori veneti e lombardi, da risoluzioni dei consigli regionali approvati all'unanimità”.

E proprio un consiglio regionale, fresco di elezione com’è quello del Piemonte accelera per “recuperare quel tempo perduto dal centrosinistra”, come ricorda il presidente Stefano Allasia, e “per istituire al più presto la commissione sull’autonomia”. L’ex deputato torinese della Lega ora sullo scranno più alto di Palazzo Lascaris, oggi nell’incontro con i capigruppo della maggioranza porterà le carte “già preparate dagli uffici del legislativo” con la varie ipotesi per l’organismo e una certezza non ponibile in discussione: “la presidenza della commissione andrà alla maggioranza e quel posto sarà per un consigliere della Lega”.

Allasia si dice certo del superamento delle questioni procedurali – commissione speciale e quindi con presidenza alle minoranza, permanente e perciò guidabile da un membro della maggioranza – che hanno segnato il dibattito dei giorni scorsi. “Si parte domani (oggi per chi legge, ndr) e ragionevolmente si può avere la commissione in autunno”. Risponde anche, a distanza, al capogruppo del Pd Domenico Ravetti che in un tweet rivolto a Cirio aveva scritto: “La tua maggioranza vuole due presidenze di commissioni in più, Legalità e Autonomia: poltrone per voi e costi in più per i piemontesi? A noi interessa discutere di Legalità e Autonomia. Commissioni speciali non permanenti senza costi? Ci stai?”. Allasia, lui non ci sta: “Ravetti non faccia i conti all’oste. Hanno avuto cinque anni per fare quel che non hanno fatto sull’autonomia e adesso vogliono la presidenza della commissione. Quest’ipotesi non esiste”. Non nega, il presidente del consiglio regionale, il timore che il Pd “nel caso avesse la guida della commissioni incomincerebbe a tirare il freno a mano” su una materia che, invece, la Lega vuole far procedere a tutta velocità. “Discuteremo del tema autonomia anche venerdì prossimo a Roma nella riunione di tutti i presidenti dei consigli regionali. È importante fare fronte comune – spiega Allasia – il che non vuol dire che il Piemonte farà una richiesta fotocopia di quella del Veneto o della Lombardia, altrimenti che autonomia basata sulle specificità sarebbe?”.

Si mostra tranquillo sul fatto che gli alleati, Forza Italia e Fratelli d’Italia, oggi non porranno questioni sull’iter per la costituzione della commissione, quanto a quella sulla legalità la posizione della Lega potrebbe essere più morbida, magari avallando la presidenza per il partito di Giorgia Meloni. Un via libera, tutto sommato, scontato quello delle altre due forze della maggioranza sulla commissione sull’autonomia, mentre sarà da verificare nel corso del suo lavoro le eventuali differenze sul tema che già si sono profilate, tra Lega e Forza Italia con quest’ultima – per bocca del deputato Osvaldo Napoli – preoccupata dalle conseguenze negative che si potrebbero produrre nel caso il Piemonte seguisse completamente il cammino tracciato da Veneto e Lombardia.

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