GRANA PADANA

"Dove ci porta Salvini?", primi timori nella Lega

Il Capitano pare aver smarrito la rotta e ora nelle sue fila parlamentari c'è chi inizia a esprimere dubbi sulla strategia. "Rischiamo l'autogol". E torna alla mente il repentino (e inspiegabile) cambio di piano alle Regionali quando "tutto era deciso su Damilano"

“Ma Salvini è sicuro di quello che sta facendo?”. Il capogruppo dei Cinquestelle Stefano Patuanelli lo chiede in Aula dopo la mossa del cavallo con cui il leader della Lega ha appena proposto il voto del taglio dei parlamentari cui l’ormai ex alleato risponde con la richiesta di ritirare la sfiducia, altrimenti quel voto non sarebbe proceduralmente possibile. A chiedersi, sottovoce e fuori dall’Aula dove il Capitano ha incassato la prevista sconfitta, se lui è davvero sicuro di quel che sta facendo e, soprattutto, se le sue mosse possono rassicurare loro, sono anche almeno un paio di parlamentari piemontesi del Carroccio. “La mossa di aprire la crisi sembrava un gol a porta vuota ora scopriamo che potrebbe rivelarsi un’autorete”.

Dubbi e timori che a dispetto della baldanza senza soluzione di continuità dal Papeete a Palazzo Madama, attraversano anche il partito che numeri e sondaggi dalla sua accelera per monetizzare l’accresciuto e crescente consenso. La provenienza dei parlamentari dubbiosi non è irrilevante: loro hanno vissuto in presa diretta quel “cambio all’ultimo minuto del candidato presidente della Regione” e adesso, chiedendosi della lucidità della strategia del Capitano, non riescono a scacciare del tutto quel precedente. “Fino alla mattina il candidato era Paolo Damilano, Salvini ci aveva assicurato più volte su questo, poi al pomeriggio abbiamo scoperto che il candidato era Alberto Cirio”. Nulla da eccepire sull’attuale governatore, per carità, “Cirio è un ottimo presidente e noi siamo suoi leali sostenitori”, ma quella virata improvvisa e per nulla annunciata di Salvini, adesso non può che alimentare perplessità, ovviamente inconfessabili.

Come allora sulla presidenza del Piemonte, ieri Matteo ha spiazzato più d’uno dei suoi. Lunedì aveva twittato: “Il taglio dei parlamentari è un salva-Renzi. Fino all’anno prossimo non si potrebbe più tornare al voto, e la coppia Renzi-Boschi (che ha sempre votato contro) salverebbe la poltrona. Capito?”. Ventiquattr’ore dopo quel taglio lo propone agli “amici 5 stelle” e lo pone come mossa del cavallo che però impiega poco a rivelarsi un colpo sparato col fucile a tappo. Quanto è lucido questo modo di agire?, si chiede chi la domanda non può che tenerla per sé o per pochi fidati che la condividono.

E non è neppure l’unica. L’ipotesi listone “Salvini Premier”, bocciata da Silvio Berlusconi ma sulla quale Salvini sembra intenzionato a tenere il punto per evitare una corsa solitaria che lo penalizzerebbe al Sud, apre a ulteriori interrogativi tra gli esponenti del suo partito che, in base ai dati di oggi, farebbe il pieno di tutti i collegi del Piemonte 2 anche correndo da solo. In compagnia, con FdI, Toti, liste iviche e anche senza Forza Italia, i posti calerebbero, per non dire di quel che succederebbe nel proporzionale.

Cosa deciderà il Capitano, che ha aperto la crisi quando neppure i suoi se lo aspettavano, visto che aveva appena incassato due sì a raffica: il primo ul decreto sicurezza bis, digerito con un chilo di maloox dai Cinquestelle, e il secondo sulla Tav, con il premier Giuseppe Conte a dare il via libera?

Nella regione dove la nomenclatura del partito, dal segretario Riccardo Molinari in giù è ancora figlia del tormentato congresso, dove l’attuale capogruppo alla Camera sfidò l’allora consigliera regionale oggi parlamentare europeo Gianna Gancia, della Lega Nord Piemont, mentre oggi consiglieri, assessori regionali e sindaci sono della Lega Salvini Premier, che fine farà la bad company sostituita dal nuovo brand, causa la faccenda dei 49 milioni di rimborsi elettorali da restituire? Nominerà un commissario (circola il nome del sindaco di Novara Alessandro Canelli) o confermerà Molinari? Tante le domande sul futuro assetto del partito che circolano, sottovoce ma non al punto da non essere udite. Non certo le più preoccupate e impellenti. “È sicuro di quel che sta facendo?”. Ecco questa lo è, più di quanto non si immagini. 

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