SCIUR PADRUN

Confindustria preferisce il voto, "perplessi su accordo Pd-M5s"

Il presidente degli imprenditori piemontesi Ravanelli non mostra grande fiducia verso un governo giallorosso. Le urne "sono un rischio che in democrazia bisogna correre", dice riscoprendo l'antica militanza leghista. Andrà a guidare Finpiemonte?

Un governo politico, stabile e capace di garantire certezze senza rimettere in discussione temi come la Tav e l’autonomia differenziata. È questo che chiede il mondo imprenditoriale. A farsi portavoce di questa richiesta è Fabio Ravanelli, presidente di Confindustria Piemonte, che però pare non aspettarsi molto da un’eventuale esecutivo giallorosso. “Penso che la scelta più naturale sia di andare al voto, non certo quella di un governo tecnico o di una nuova maggioranza M5s-Pd su cui nutro una forte perplessità visto che fino a ieri litigavano su tutto. Abbiamo bisogno di un esecutivo stabile e politicamente pronto, di una maggioranza forte e solida perché l’incertezza è nemica degli imprenditori”. Nelle parole dell’inquilino di via Vela, giunto all’ultimo anno del suo mandato, sembra riaffiorare l’antica militanza leghista che l’ha portato a sedere, poco più che ventenne, sugli scranni del consiglio comunale di Novara dal 1992 al 1996. E che potrebbe rappresentare un atout per futuri incarichi da parte della giunta regionale di centrodestra guidata da Alberto Cirio. Sarà il prossimo presidente di Finpiemonte? Chissà, il nome circola con insistenza e, a quanto risulta, toccherebbe solo a lui manifestare la propria disponibilità.

Il Paese necessita di “certezze e risposte politiche”, ma anche di “disinnescare le clausole di salvaguardia e di evitare dunque l’aumento dell'Iva che sarebbe rovinosa in un momento di crisi fortissima dei consumi – spiega Ravanelli – . È tempo di rilanciare le infrastrutture e di attuare tutte le iniziative per riagganciare la locomotiva della ripresa e per farlo occorre tagliare il cuneo fiscale e potenziare Industria 4.0. È questo il compito del prossimo governo”. Una posizione anticipata nei giorni scorsi da Gianni Filippa, suo successore alla guida di Confindustria Novara-Vercelli-Valsesia: “Per continuare a competere serve al più presto un nuovo governo, un governo che decida. Non possiamo perdere altro tempo prezioso”. E se il numero uno di viale dell’Astronomia, Vincenzo Boccia, aveva scelto un tratto più diplomatico – “Noi non partecipiamo, perché non dobbiamo partecipare, al dibattito se sia opportuna o meno una verifica elettorale immediata o la scelta di soluzioni alternative” – una parte dell’associazione pare invece optare per una linea più decisamente interventista.

Il voto “è un rischio che in democrazia si deve correre, pensiamo alla Spagna, le urne anticipate non sono un tabù ma un obbligo se non ci sono strade alternative – aggiunge ora Ravanelli –. La tensione tra le due anime del governo ha raggiunto livelli incompatibili sul tema delle infrastrutture, fondamentali per gli imprenditori. La rottura dell’alleanza non mi ha stupito”. E se la prossima maggioranza è ancora avvolta nelle nebbie di trattative più o meno riservate, il presidente di Confindustria Piemonte ha idee chiare sul futuro di autonomia e Tav. “Nessun governo si sogni di rimettere in discussione quest’opera, così come sul tema dell’autonomia che potrebbe solo subire un rallentamento. Noi imprenditori – conclude Ravanelli – appoggiamo questa riforma purché sia un volano di maggiore efficienza e non una duplicazione di costi”.

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