PROFESSIONI

(Dis)Ordine degli architetti, lascia il cda della Fondazione

Il board si dimette in blocco per divergenze con il presidente Giuntoli: "Nessun atto di sfida ma serve un dibattito su quale orizzonte dare alla nostra professione". E intanto c'è chi scalda i motori per spodestare l'attuale numero uno

Una scossa ha fatto tremare le fondamenta del palazzo di via Giolitti 1, quartier generale dell’Ordine degli Architetti, dove ieri sera è arrivata la lettera con le dimissioni, in blocco, del consiglio di amministrazione della Fondazione per l’architettura, braccio operativo dell’Ordine che la istituì nel 2002. Una missiva indirizzata direttamente al presidente Massimo Giuntoli, nella quale vengono illustrate le motivazioni di una decisione tanto sofferta quanto indicativa del momento che sta attraversando la categoria. A convincere l’intero cda è stato il presidente Alessandro Cimenti, il quale da tempo è entrato in rotta di collisione con Giuntoli: le sue dimissioni, assieme a quelle degli altri nove componenti del board sono la fotografia di un Ordine spaccato in due, in cui c’è chi vive con sempre maggiore insofferenza il protagonismo di un presidente molto mediatico, pronto a esternare su tutto a partire dalle sempre sdrucciolevoli questioni politiche: lo ha fatto su Tav e ampliamento della Ztl andando in urto con l’amministrazione cittadina di Chiara Appendino dopo essere stato addirittura tra i papabili candidati del Movimento 5 stelle alle elezioni politiche del 2018. Da tempo il nome di Giuntoli ha iniziato a comparire anche nei retroscena politici su possibili candidati a sindaco di Torino in quota società civile. Insomma, un presidente ipercinetico, secondo qualcuno perennemente con un piede in due staffe. In primavera più di un malumore aveva provocato la decisione di aumentare il costo del tesseramento (da 210 a 250 euro), legato al trasferimento in una nuova sede. Giuntoli ebbe modo in passato di polemizzare anche con l’allora consigliere grillino Antonino Iaria, pure lui architetto, da pochi giorni nominato assessore all’Urbanistica dalla prima cittadina.

Secondo quanto raccontano spifferi di via Giolitti, a far deflagrare il rapporto tra i vertici di Ordine e Fondazione sarebbe stato proprio il diverso indirizzo che i due avrebbero voluto dare alla Fondazione stessa. A chi, nel cda, gli ha chiesto lumi su quel che stava accadendo, Cimenti ha spiegato che “noi siamo nati per promuovere l’architettura, attraverso la formazione, la divulgazione e l’azione. Non possiamo trasformarci in un’agenzia di servizi o consulenza, in modo da incrementare il nostro giro d’affari”. Qui è sorto il cortocircuito: per Giuntoli la Fondazione si sarebbe dovuta trasformare in un ente economico, in grado di creare fatturato da reinvestire nelle attività dell’Ordine, mentre il presidente dimissionario è rimasto ancorato alla mission originaria. Interpellato dallo Spiffero, Cimenti spiega: “A noi non interessa lanciare un guanto di sfida o utilizzare questa vicenda in modo strumentale, piuttosto vogliamo innescare un dibattito non solo a livello locale tra cultura architettonica e istituzioni degli architetti ed estendere questo dibattito a studi del settore, media e altri soggetti interessati”.

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