REGIONE

Il Piemonte si piega a Salvini, passa il Papeetellum della Lega

Brutta pagina a Palazzo Lascaris: l’assemblea regionale asservita agli interessi del Capitano. Ora ci sono i cinque sì per depositare la proposta di referendum per modificare il Rosatellum. Cirio: "Sono soddisfatto". Ma non è così che si cambia una legge elettorale

Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato il provvedimento per chiedere il referendum abrogativo della quota proporzionale prevista nella legge elettorale nazionale. È così raggiunta la soglia delle cinque Regioni necessarie per ottenere la consultazione popolare, ovviamente se Cassazione soprattutto Corte Costituzionale riterranno procedura e quesito accoglibili. Il via libera questa sera, dopo tre giorni di sedute fino alla mezzanotte. A favore del documento della Lega tutto il centrodestra, inclusa Forza Italia. Centrosinistra e M5s al momento del voto hanno lasciato l’aula. Un Papeetellum, come definito dal capogruppo di Lev Marco Grimaldi, “che non sta in piedi” corretto come un mojito sbagliato da un ordine del giorno che contraddice il dispositivo.

Le opposizioni hanno fatto di tutto per impedire al Piemonte di approvare il documento, ma il contingentamento dei tempi imposto dal centrodestra questa mattina ha fatto gettare la spugna alle forze del centrosinistra e ai pentastellati. “Se ci impedite di fare la battaglia che avremmo voluto noi ci fermiamo qui, non facciamo perdere tempo ai piemontesi”, ha annunciato il capogruppo del Pd Domenico Ravetti a nome delle minoranze, i cui esponenti sono poi rimasti in aula senza più illustrare né votare gli oltre 200 emendamenti che avevano presentato, lasciando al centrodestra il lavoro di respingerli. “Sono soddisfatto – ha commentato quando il provvedimento è arrivato in dirittura d’arrivo il governatore azzurro Alberto Cirio – in questi giorni ci sono stati dei momenti accesi di dibattito: credo che siamo comunque giusti quando si parla di un argomento importante come il voto. Penso che il tempo di questa discussione sia stato ben speso: chiediamo una legge elettorale chiara, per cui chi vince le elezioni governi. Se riusciremo ad averla avremo fatto un buon lavoro, anche con un contributo del Consiglio regionale del Piemonte”.

“Anche il Piemonte ha detto sì alla proposta di legge presentata dalla Lega e già approvata da Veneto, Sardegna, Lombardia e Friuli, la quinta regione che mancava per indire la consultazione popolare. Affinché il referendum abrogativo si tenga nel 2020 è necessario che le cinque regioni consegnino la richiesta alla Corte Costituzionale entro il 30 settembre”. Così, in una nota, il capogruppo leghista Alberto Preioni. “Siamo orgogliosi di questo risultato – commenta l’esponente del Carroccio – il Piemonte sarà una delle cinque regioni che come previsto dalla Costituzione potranno chiedere il referendum abrogativo – aggiunge –. La maggioranza piemontese si è dimostrata compatta su un tema di assoluto buon senso, che consentirà al popolo italiano di modificare la legge elettorale per evitare i ribaltoni. Un sistema più semplice, sul modello di quanto già avviene per i sindaci: chi ottiene anche solo un voto in più, sarà maggioranza. Nonostante l’opposizione, che purtroppo ha palesato ancora una volta una visione politica improntata alla mancanza di contenuti e alla polemica, anziché agli interessi del popolo, la Lega ha fatto vincere le ragioni degli italiani. Lunedì prossimo mi recherò insieme al presidente Stefano Allasia a Roma per depositare il documento con cui richiediamo il referendum”.

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