SANITA' & POLITICA

Coronavirus, alle Molinette (non) hanno perso la testa

Nonostante le "intempestive" dimissioni del dg Falco, il principale ospedale del Piemonte è in prima linea nel fronteggiare l'emergenza. L'azienda nelle mani di La Valle che spera così di ipotecare la nomina al vertice. Università permettendo

Dimissioni al tempo del coronavirus. Questa mattina Silvio Falco andrà in corso Regina Margherita dove incontrerà l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, ma per dirla con una frase che ormai circola con insistenza anche tra chi nell’attuale amministrazione regionale lo ha sempre sostenuto, “la sua stagione al vertice delle Molinette è da considerarsi conclusa”.

In teoria il direttore generale della Città della Salute potrebbe ritirare le dimissioni che venerdì scorso hanno terremotato il mondo della sanità piemontese, anche se non del tutto inattese. “Ha tempo fino a lunedì per ripensarci”, aveva detto Icardi ribadendo che non era Falco “uno di quelli da mandare via”, guardando alla situazione economica delle aziende sanitarie. Ma sono proprio le richieste della Regione, con riduzione attorno al 50 per cento delle assunzioni previste e altre restrizioni ad avere indotto il manager a quello che molti hanno letto come un gettare la spugna, soprattutto nella coincidenza con la situazione emergenziale legata al coronavirus virus. Fatto quest’ultimo che ha messo in difficoltà anche chi probabilmente, in altro contesto, avrebbe forzato la mano per cercare di mantenere Falco al suo posto.

Insomma, una coincidenza non voluta, ma che inevitabilmente ha portato all’immagine del comandante che abbandona la nave nella tempesta. Anche in tal senso, forse, vanno lette le parole con cui ieri sera l’assessore ha riposto alla domanda dello Spiffero sulle conseguenze del passo indietro di Falco nel momento di massima emergenza e l’eventuale necessità di una rapida sostituzione al vertice della Città della Salute.

“In questa situazione la figura cruciale è quella del direttore sanitario”, spiega Icardi dalla sala operativa dell’Unità di crisi allestita presso la sede della Protezione civile. E lì, il direttore sanitario della Città della Salute, Giovanni La Valle, è una presenza costante in questa fase complicata per la sanità piemontese. Ed è lui che, quasi certamente, prenderà il posto di Falco. Molto dipenderà dall’evolversi dell’emergenza, ma Icardi si dice intenzionato a nominare il commissario del più grande polo sanitario del Piemonte e una dei maggiori a livello nazionale “entro la settimana”. La firma in calce all’atto di nomina sarà, naturalmente, quella di Alberto Cirio. Il governatore avrebbe certamente preferito non si arrivasse a questo punto. La sua stima nei confronti di Falco è nota, così come l’originaria intenzione di affidargli la direzione regionale della Sanità, andata poi come voluto da Icardi al cuneese Fabio Aimar. E anche questo, probabilmente, ha pesato sulla decisione di lasciare la guida della Città della Salute da parte del manager nominato dalla giunta di Sergio Chiamparino nell’estate del 2018, in sostituzione di Gian Paolo Zanetta che, raggiunta l’età della pensione aveva retto l’azienda ancora per un periodo come commissario. Inoltre, trattandosi di un presidio ospedaliero universitario il nuovo vertice dovrà avere il via libera da parte dell’Ateneo e della sua Scuola di Medicina: qui potrebbero registarsi qualche difficoltà per La Valle. Si vedrà nelle prossime ore.

Un clima di tensioni e forse incomprensioni, pur smentito dall’assessore, che aggiunto all’obbligo di imprimere una stretta sul personale ha indotto Falco a ritenere di non poter proseguire nel suo ruolo. Fonti vicine all’ormai ex direttore generale indicano tra le motivazioni dell’abbandono anche una sorta di consapevolezza da parte sua di un approssimarsi di quel benservito che, al contrario, Icardi esclude con decisione. Lo stesso passaggio di consegne da Falco a La Valle che potrebbe avvenire nel giro di pochi giorni, sarebbe stato previsto come molto probabile nei piani alti delle Molinette ancora quando non si profilavano le dimissioni, attribuendolo a una decisione seppur più avanti nel tempo da parte di corso Regina.

Falco ha anticipato un’uscita da corso Bramante che, ormai, intravvedeva? Se così fosse, certo la concomitanza, in termini di ore, con le prima allarmanti notizie sui casi di coronavirus in Piemonte e la conseguente emergenza, ha portato ad associare la sua decisione con l’immagine dell’abbandono nel momento del bisogno, rendendo difficili se non impossibili i tentativi di far rientrare le dimissioni da parte di chi, in altro contesto, probabilmente avrebbe speso per questo più di un’autorevole parola.   

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