MARTEDI' GRASSO

Epidemia in Regione, di fagnaneria

Anche questa settimana il Consiglio non si riunirà e l'attività legislativa continua a languire. Certo c'è il Coronavirus ma intanto sono passati quasi nove mesi dall'insediamento e ancora non è stato partorito un provvedimento

Domani niente seduta del consiglio regionale. E non per causa dell’emergenza sul coronavirus. O meglio semmai questa avesse dovuto portare ad annullare i lavori dell’assemblea di Palazzo Lascaris non ce ne sarebbe stato bisogno, giacché la “vacanza” per i consiglieri era già stata disposta ben prima che scattassero le misure sanitarie. Con pieno appoggio delle minoranze che non hanno sollevato alcuna obiezione.

Più della quarantena poté il carnevale e l’ormai cronica penuria se non totale assenza di provvedimenti della giunta da portare in aula, così come di quelli che l’organo legislativo presieduto dal leghista Stefano Allasia potrebbe e dovrebbe produrre. La decisione di saltare la seduta di domani era, infatti, presa nella riunione di capigruppo a metà della scorsa settimana, ulteriore testimonianza di una caratteristica che sembra continuare a contraddistinguere l’attuale maggioranza anche ben oltre il comprensibile periodo di rodaggio: una scarsità di misure e provvedimenti che cozza palesemente contro gli enunciati e le promesse elettorale, ma anche contro una legittima attesa dei piemontesi.

È vero, adesso tutte le energie e l’impegno della giunta, a partire dagli assessorati in prima linea come quello alla Sanità, sono giustamente concentrati sull’emergenza per arginare il diffondersi del virus e per gestire le complesse conseguenze delle misure adottate. Ogni polemica, di fronte a questo scenario, sarebbe fuori luogo.

Il problema dell’azione politica, tuttavia, resta e non potrà che dover cercare una doverosa inversione di rotta una volta passata, si spera al più presto, la fase emergenziale. Con un’approvazione del bilancio che si prevede verso la metà di marzo, mentre altre Regioni hanno già provveduto a dicembre e ordini del giorno sempre piuttosto scarni, il parlamentino di via Alfieri sembra sempre in attesa di provvedimenti della giunta che arrivano con il contagocce e che fino ad ora non hanno certo impresso, per natura ed effetti, la svolta annunciata.

E non cambierà certo tra una settimana quando alla ripresa dei lavori si profila la discussione in aula di un atto annunciato lo stesso giorno dell’insediamento del consiglio dal presidente Allasia e per il quale non si sono certo bruciate le tappe. Mercoledì la conferenza dei capigruppo dovrebbe, infatti, mettere all’ordine del giorno il prosieguo dell’iter, appena incominciato con il semplice incardinamento la scorsa settimana, per la costituzione della commissione permanente sull’autonomia.

Totem della Lega che ne avrà la presidenza, il futuro organismo di Palazzo Lascaris è stato caricato di un forte significato politico legandolo a una delle battaglie del partito di Matteo Salvini, anche se le conseguenze pratiche sulla vita dei piemontesi sono inevitabilmente legate al percorso ancora accidentato verso l’autonomia differenziata. Martedì prossimo, se non arriveranno improbabili sorprese da Piazza Castello, il centrodestra pianterà un poco di più la sua bandierina, senza peraltro dare modo di vedere quell’annunciata altra velocità per il Piemonte. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo: adesso l’impegno è giustamente rivolto all’emergenza sanitaria, ma il problema resta sul tavolo. E i consiglieri non sono certo impegnati in prima linea come alcuni degli assessori. E il martedì grasso, normalmente si lavora.

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