Sindaco di Trino: lo Stato non c'è

«Caro presidente Conte, lo Stato non c’è di nuovo. Con pochi spiccioli scarichi sui sindaci, quelli che definisci “le sentinelle”, una responsabilità enorme, inducendo a credere che i Comuni siano stati coperti d’oro». Inizia così la lettera aperta che il sindaco di Trino (Vercelli), Daniele Pane, ha inviato al presidente del Consiglio. «Aver indotto i cittadini – è il testo – a credere che li si aiuti con una misura ordinaria come l’anticipo del fondo di solidarietà comunale, e con i 400 milioni da dividere per 6.000 comuni per il bisogno alimentare, è l’espressione di una pochezza imbarazzante e inaccettabile. Chi definisce ora davvero quanti sono i “nuovi” poveri che si aggiungo ai 6 milioni pre crisi del coronavirus?». «È ora che lo Stato faccia la sua parte – prosegue il sindaco –: togliere l’Iva dall’acquisto sui prodotti sanitari per l’emergenza, bloccare i prezzi delle materie prime, schizzati alle stelle, sbloccare i vincoli sulle soglie di acquisto dei beni che stiamo acquistando noi per i volontari e ospedali. Qui da Roma non abbiamo visto una mascherina, un euro. Ci arrangiamo da soli, ma evita almeno di illudere gli italiani e abbi rispetto per i Comuni che hanno fatto la parte dello Stato».

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