POLITICA & SANITA'

Con l'emergenza il centrodestra "commissaria" tutta  la Sanità

Ai direttori di Asl e Aso vengono imposte figure politicamente più organiche alla maggioranza. Girano liste di proscrizione. Lega scatenata e famelica di posti. Da Vercelli a Novara e Alessandria si prepara il terreno per l'imminente "repulisti"

Rafforzare le aziende sanitarie o il potere politico su di esse? Inutile girarci attorno, il dubbio che i commissariamenti ad acta e l’invio di dirigenti in più d’una Asl nasconda, pur maldestramente, un disegno per l’occupazione dei posti chiave da parte della Lega e un rotolamento silenzioso di teste agli attuali vertici della sanità territoriale si fa sempre più concreto. Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova, sosteneva Agatha Christie. E qui non serve scomodare Poirot per svelare ciò che s'intravvede dietro alle decisioni assunte in corso Regina.

Senza mettere in discussione la necessità di rinforzi o coperture di posti resi vacanti dal contagio che ha colpito molti dirigenti della Sanità, c’è un’anomalia che –  pur anch’essa spiegabile e magari giustificabile dalla situazione emergenziale, ombrello sotto il quale ci sta un po’ di tutto – è motivo di perplessità. E soprattutto scopre quel che è difficile non vedere come uno spoils system anticipato rispetto ai tempi previsti e improntato a una deregulation favorita e ovattata dall’emergenza.

Nelle lettere firmate dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi e controfirmate dal direttore regionale Fabio Aimar, non viene solo indicato ai direttori generali delle Asl destinatari dei provvedimenti la funzione, il ruolo di cui si ravvisa l’esigenza per affrontare “con adeguate misure” la gestione dell’emergenza sanitaria. Si indicano i nomi di coloro per i quali l’assessorato “invita” i direttori generali a “procedere con la massima tempestività alla nomina”. Procedura a dir poco inusuale, inimmaginabile al di fuori di quell’ombrello dell’emergenza. Insomma, se poco o nulla ci sarebbe da opinare sul fatto che la Regione, attraverso l’assessorato così come l’Unità di Crisi, ritenendo di dover legittimamente colmare vuoti o portare rinforzi nei posti chiave delle aziende, invitasse i manager a capo delle stesse a provvedere in fretta, ben diverso è assistere a una scelta di queste figure da parte della Regione stessa. Perché?

Perché se un direttore generale nella gestione della sua azienda sceglie i suoi più stretti collaboratori e, a scendere, la catena di comando laddove i posti non siano attribuiti per concorso, adesso a decidere chi mettere in posizioni apicali, è l’assessorato? E, ancora, perché nelle lettere partite tramite posta elettronica certificata da corso Regina non viene citata alcuna delibera della giunta regionale a supporto di questa decisione di indicare non solo la funzione, ma il nome di chi s’è deciso debba svolgerla? Forse un indizio sulla spiegazione lo si potrebbe trovare un quell’”invito” rivolto ai direttori generale e che dunque conferma come la potestà resti in capo a loro e non alla Regione. Altrimenti sarebbe stato più semplice e naturale che l’atto di nomina venisse fatto proprio dall’assessorato. Sempre nel caso possa farlo.

Quegli “inviti” che non si possono rifiutare sono arrivati a Vercelli, Alessandria, Novara e forse, nel frattempo ne saranno già arrivati altri. A Novara il direttore generale Arabella Fontana viene “invitata a procedere con la massima urgenza” alla nomina di Gianfranco Zulian, responsabile del settore prevenzione dell’azienda, quale commissario ad acta per il coordinamento delle funzioni distrettuali. Zulian leghista doc ai tempi della giunta Cota alla guida dell’Asl biellese, durante la passata legislatura regionale non venne giudicato idoneo e il suo nome venne escluso dall’elenco degli aspiranti direttori. La nomina del commissario servirà sicuramente a favorire l’Asl nel fornire “risposte efficaci e tempestive al territorio. Zulian è persona capace e di esperienza”, il benvenuto del sindaco leghista, Alessandro Canelli. Nel partito di Matteo Salvini c’è chi in questa nomina vede la rivincita per quell’esclusione e una prenotazione della poltrona su cui, per ora, siede Fontana.

Alessandria ha fatto da apripista. La trasformazione del nosocomio di Tortona in Covid Hospital, ha richiesto indiscutibilmente una struttura di governo dedicata anche per l’assoluta novità di questo presidio e le complessità cui è chiamato a fare fronte, e in fretta. Non stupisce, quindi, la decisione di affidarlo ad un commissario ad acta. Tuttavia, anche in questo caso la nomina viene fatta dall’Asl, ma il nome dall’assessorato. L’8 marzo arriva Giuseppe Guerra, direttore sanitario dell’Asl Cuneo1 e responsabile degli ospedali di Savigliano, Saluzzo e Fossano. Gli viene affidato anche l’ospedale di Novi Ligure. E da lunedì scorso pure tutti gli altri ricompresi nell’Asl. Sempre lunedì scorso e sempre accogliendo l’”invito” di Icardi e Aimar, l’azienda – il cui commissario Valter Galante e il direttore sanitario Paola Costanzo, come altri dirigenti sono a casa, positivi al coronavirus – nomina un altro dirigente dell’Asl Cuneo 1, Gabriele Ghigo, coordinatore dei servizi territoriali. Con modalità diverse, ovvero applicando la possibilità di richiedere personale, oltre che cliniche, alle strutture private, all’Asl alessandrina arrivano dal Policlinico di Monza tre anestesisti e un coordinatore dell’emergenza, Clemente Ponzetti.

Ma è a Vercelli che si verifica il cortocircuito con scintille che scoccano nella Lega e finiscono per illuminare ulteriormente il disegno per accelerare, nel pieno dell’epidemia e dell’emergenza, lo spoils system occupando preventivamente posizioni per arrivare pronti al rinnovo dei vertici, o addirittura anticipandone alcuni. Non è un mistero – e un post recentissimo lo confermerà – che il deputato leghista Paolo Tiramani chieda da tempo la testa dell’attuale direttore generale dell’Asl Chiara Serpieri. Questo avrebbe pesato non poco nella decisione assunta da Icardi di chiedere alla stessa Serpieri di nominare Pietro Presti, vicino a Forza Italia, ma utile per assecondare le richieste dell’onorevole e sopire le rimostranze del presidente della commissione sanità a Palazzo Lascaris, il leghista Alessandro Stecco.

Serpieri esegue, ma non si ferma lì. Rifacendosi alle norme sull’emergenza, procede a un’ulteriore nomina, questa volta senza nessun “invito”, anzi “all’oscuro dell’assessorato”, come sottolineano con un’irritazione alle stelle dirigenti della Lega. Gabriele Bagnasco, specialista in Igiene e Medicina Preventiva, si occuperà del Sisp, il Servizio igiene e sanità pubblica, uno snodo cruciale nell’emergenza coronavirus.

Una risposta al dictat di Icardi? Tanto chiara quanti dura la reazione di Tiramani “In un momento in cui la sanità è alla ricerca di una via d'uscita per Covid19, dove la politica si impegna e trova manager che a costo zero si prestano a fare i commissari la direzione dell’Asl di Vercelli il giorno dopo, nomina un medico in quiescenza, più noto per essere stato l’ex sindaco di Vercelli per due mandati, a 60mila euro l'anno”. Il parlamentare leghista chiosa scrivendo: “Non sarà il tempo di fare polemiche ma mi sono rotto le palle di questa direzione allucinante”. Poi l’ulteriore avviso di sfratto: “Se avessi dignità Chiara – dice rivolto alla Serpieri – ti saresti già dimessa da un pezzo”. La mossa di Serpieri pare avere avuto l’effetto di un boomerang inatteso in fronte alla Lega, un affronto al partito che ha il governo della sanità, che ha avuto nelle sue fila lo stesso attuale direttore regionale e che, nell’emergenza, sta rivoluzionando i le posizioni apicali delle aziende cambiando le catene di comando con tutto quel che ne può conseguire. In una situazione in cui si tutto c’è bisogno fuorché di tensioni e confusione.

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