Fuga dall'Italia

In occasione della richiesta da parte di Fca Italia di un prestito con garanzia statale, in base alle regole dei nuovi decreti per il rilancio dell’economia, sono scoppiate varie polemiche. Molti hanno criticato la scelta di Fca, perché il gruppo è dotato di liquidità sufficiente e pertanto non avrebbe bisogno di tale prestito e in ogni caso essendo un grande gruppo ha degli evidenti canali privilegiati con le banche, al contrario di tanti piccoli imprenditori. Non conosciamo la situazione finanziaria di Fca, ma è naturale che di fronte ad un’opportunità la si colga. Se la legge prevede di poter accedere a dei finanziamenti con garanzia statale per le aziende che hanno subito un calo di fatturato, perché Fca dovrebbe essere esclusa? Il settore dell‘auto ha subito un duro colpo, perché per due mesi le concessionarie sono state chiuse e non si è venduto un automezzo. Se la legge non ha previsto che gli aiuti non andassero alle grandi società non è certo colpa della casa automobilistica. Se si voleva escludere dagli aiuti le grandi aziende era sufficiente mettere un limite di fatturato come lo si è fatto per l’Irap di giugno. Non si possono cambiare le leggi a seconda come gira il vento ogni giorno.

Altre critiche sono nate dal fatto che la Fiat post fusione con Chrysler ha trasferito la sede legale in Olanda e la sede fiscale nel Regno Unito. Qui si pone una riflessione: perché tante aziende spostano la sede legale in Olanda? Anche Mediaset per i suoi progetti di sviluppo ha spostato la sede in Olanda, così come Campari. Se così tante aziende trovano conveniente spostare la sede in Olanda ci saranno validi motivi e non riguardano solo il miglior trattamento fiscale, ma anche un diritto societario più adatto alle realtà aziendali moderne.

Non si dovrebbero criticare le aziende che decidono di trasferirsi in Olanda, ma piuttosto cercare di capirne i motivi e replicare nell’ordinamento italiano gli aspetti che rendono l’Olanda così attrattiva per le società. Si dovrebbe apprendere dai primi della classe e non criticarli. L’Italia dovrebbe cercare di diventare attrattiva per le aziende straniere e non far fuggire quelle italiane.

Bisogna aggiungere che l’Italia oltre a mandare via le sue imprese, manda via anche i suoi cittadini: quanti italiani si sono trasferiti all’estero negli ultimi anni? E quanti di questi sono individui qualificati con lauree alle spalle? L’emigrazione italiana all’estero non è più quella con le valigie di cartone. Chi è più o meno benestante prepara i propri figli a lavorare all’estero e il rimanere in Italia è solo una delle tante opzioni possibili. L’emigrazione dal sud al nord garantisce per il momento la presenza di lavoratori qualificati nell’industria del nord che altrimenti rimarrebbe sguarnita.

Il trasferimento della sede legale in Olanda è solo l’aspetto più evidente di un più generale malessere a vivere in Italia che non riguarda solo le imprese, ma tutti i cittadini. La causa di questo diffuso malessere è piuttosto noto e si chiama Stato italiano che con la sua burocrazia soffocante, le sue regole tortuose, la sua giustizia lenta e costosa, le sue tasse esose rende difficile la vita ai suoi cittadini. Se si vuole che aziende e individui non fuggano è su questo che bisogna intervenire, semplificando e snellendo e soprattutto non partire dal presupposto che i cittadini siano sempre in malafede da perseguitare come fossero dei criminali.

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