Quel ministro Boccia...to

Purtroppo nella vita c’è una condizionalità legata al proprio cognome e alle attività che svolgi. Qualche elezione amministrativa fa a Collegno il candidato della Lega si chiamava Truffo, ovviamente nessuno ha responsabilità del cognome che porta e d’altronde non significa nulla. Il cognome può essere imperfetto ma la persona  adamantina.

Ciò vale anche per il ministro Boccia che propone gli “assistenti civici”, d’altra parte per fare un’assonanza dovrebbe chiamarsi “ministro bocciato” ma è un Boccia che fa più pensare al gioco delle bocce. Sport in cui da ragazzino, nel 1969, vinsi anche una medaglia d’oro, andando sempre a punto e mai “bocciando”.

Quindi arriviamo, finalmente, al tema del lavoro e dell’occupazione per cui è già una contraddizione in essere “reclutare” dei volontari per controllare assembramenti, parchi, movida e frecce tricolori. Vedi l’ulteriore figuraccia della sindaca di Torino che cade dalle nuvole rispetto all’evento, segnalato su facebook anche da alcuni sindaci con precisione al secondo del passaggio delle Frecce sopra i tetti comunali.

Quello che il ministro Boccia, non bocciato, non distingue è che c’è una gran differenza nel “reclutare” volontari tra chi può fare veramente il volontario, come lo fu la stragrande maggioranza dei volontari pensionati delle olimpiadi 2006. Persone che volontariamente e senza alcuna necessità di uno stipendio svolgono una funzione sociale e per la comunità, per il bene comune. Altro è “reclutare” persone che necessitano di uno stipendio o che percepiscono un’indennità statale in sostituzione o in attesa di un lavoro per cui finito il periodo del “reclutamento” esigeranno un lavoro fisso.

O siamo di fronte a una operazione propagandistico elettorale o siamo oltre e ben peggio del reddito universale. Oppure qualcuno ha dimenticato le “varie” associazioni che nel corso della storia sono nate da individui con il compito di “gestire l’ordine pubblico”. Dalle camicie brune dal 1921 della Repubblica di Weimar in poi, a quelle nere, a quelle padane (ma qui scadiamo nel ridicolo, uscendo dal tragico).

Questo è il punto, il lavoro, il pensare di creare posti di lavoro e avere un’idea di futuro del nostro Paese non passa per la propaganda ideologica socialconfusa di qualche ministro o piattaforma o bimbetto prestato alla politica. Alle persone e al Paese va data una prospettiva seria evitando gli eccessi ma utilizzando una formula politica che significa capacità di governo col buon senso.

Anni fa, in una trattativa sindacale a un delegato, non della Fim, che accusava l’azienda di non sapere “guardare la linea dell’orizzonte nel fare le scelte” il capo del personale rispose: “Almeno non calpesto le merde sotto i piedi”. Fu veramente indelicato, ma unitariamente scoppiammo tutti a ridere. Ecco, siamo strabici il giusto, un occhio a terra, un occhio all’orizzonte. Distinguiamo tra una politica di breve respiro inconcludente  e una troppo lunga, inconcludente lo stesso.

Qual è il compito dell’assistente civico? Di ordine pubblico (certamente non suo)? Di dissuasore? Di persuasore? Con che vincolo o mandato? Da pubblico ufficiale o da boy scout? Meglio i boy scout veri almeno sono riconosciuti, rispettati, apprezzati e soprattutto volontari veri. Cosa vorrà l’assistente civico esaurito il suo compito se è una persona in cerca di lavoro? Intanto, dove sono finiti i navigator? Ma soprattutto dove è finito il reddito di cittadinanza? Fallito quello, avanti con il reddito universale. Fallito questo avanti con gli assistenti civici.

L’intervista al presidente dell’Agenzia delle Entrate ci dice che è possibile recuperare 100  miliardi dall’evasione fiscale. Bene! Il nome è quello esatto: “Assistenti civici”, quale migliore definizione per avere 60mila volontari che possono anche, lavorando per obiettivi come si fa nei “premi di risultato” nella metalmeccanica, lavorare con l’Agenzia delle Entrate per dare dimostrazione di civismo agli inadempienti evasori fiscali?

Questa pandemia ha insegnato tante cose, due in primis: la prima è di chi vuole approfittare della situazione per allargare le maglie della legalità nascondendosi dietro alla minore burocrazia che significa meno vincoli, uno per tutti: rivedere il Codice degli appalti dando via libera alle varie opzioni di mafiosità. Oppure meno tasse per tutto l’anno… mi ricorda qualcosa del passato. La seconda è cogliere il problema e trasformarlo in opportunità e quindi lavorare su obiettivi fondamentali, progressivi e Costituzionali.

Rilanciare la sanità pubblica, a partire dalla ricerca per arrivare a avere più strutture sanitarie  e più tecnologie mediche insieme a più personale medico a tutti i livelli. Rivedere il sistema di tassazione: pagare meno, pagare tutti ma pagare il giusto in base alla progressività del salario, dei beni, del capitale e anche di ciò che reinvesto nella società per chi ha una impresa che diventa un benefit da scontare.

Riesaminare il sistema scolastico, che non significa cambiare nome al percorso scolastico. A me va ancora bene: elementari, medie, superiori e università perché dà il senso del percorso e perché di laureati analfabeti non sappiamo che farcene in quanto non è un analfabetismo scolastico ma culturale. Quando lo si capirà sarà troppo tardi? In questo percorso rivalutare e riapprezzare il triennio professionale, che anche in nome di una ipocrita ipocrisia per cui chi prendeva quel percorso era chi non poteva permettersi, per ceto o per limiti cognitivi percorsi più impegnativi, insomma la scuola di serie B. A fronte di una dispersione scolastica ancora abnorme in Italia e al successo indiscusso della formazione professionale privata è indubbio che lo Stato deve riappropriarsi di un percorso scolastico ad alta capacità di occupazione. In questo le aziende, anche attraverso l’apprendistato hanno e possono esercitare un ruolo determinante.

Ecco ministro Boccia..to, non servono “assistenti civici” ma occorre una visione del Paese e della società che porti lavoro, nei settori in cui abbiamo smantellato lo Stato Sociale che con questa nuova coscienza non c’è più posto di lavoro nel pubblico dove imboscarsi e attendere la pensione ma solo luoghi dove far crescere una “Nuova Società”, post pandemica, cosciente, valoriale, sociale, comunitaria, creando posti di lavoro per i giovani.

Così, a quel capo del personale potremmo dire “di avere guardato lontano ma stando ben attenti a dove mettere i piedi e di non averla pestata”.

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