GUERRA PER BANCHE

Ubi, “offerta di Intesa ostile e irricevibile”

Prosegue la resistenza della Fondazione Crc, primo azionista dell'istituto bancario. Genta: "A queste condizioni non si può accettare". Poi, però, ammette: "Se l'interesse collettivo è aderire all'Ops aderiremo"

“È ostile e irricevibile” l’offerta pubblica di scambio di Intesa Sanpaolo per l’acquisto di Ubi. Lo afferma Giandomenico Genta, da poco riconfermato alla presidenza della Fondazione Crc. In una intervista al settimanale cuneese La Guida, Genta ribadisce i “tanti no” dell’ente, che con il 5,9% è il primo azionista di Ubi. “Se uno ti offre 40mila euro per una casa che ne vale 100mila, ti dice che i mobili, la parte assicurativa, andranno al primo che passa, le macchine e gli strumenti che hai in garage saranno venduti al rigattiere, poi che spianerà la casa (leggi: delista Ubi dalla Borsa) per farne il suo prato, non può sostenere che è una operazione amichevole”.

Per Genta “la posizione unilaterale che Intesa mantiene tuttora – o accetti quello che ti offro io o non se ne fa niente – non può essere accettata da nessun azionista. Anche chi volesse vendere, vuole trattare per migliorare le condizioni di vendita”. “Se poi – sottolinea Genta – si dimostra che l’interesse collettivo è aderire all’Ops, aderiremo, ma non alle condizioni sin qui esplicitate”. E se arrivasse una nuova offerta? “Qualsiasi offerta diversa deve essere a pari dignità – risponde – considerare i valori reali. Considerare che la Fondazione non è disposta a fare minusvalenze in bilancio”. E chissà che, qualora l’Ops non si realizzi, Ubi riprenda la strada per la creazione del terzo polo bancario, aggregando altre banche. “È una prospettiva – conclude – che ha un grande valore e non l’abbiamo ancora abbandonata”.

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