REGIONE

Centrodestra nella palude

Il Consiglio regionale del Piemonte è impantanato nello scontro tra maggioranza e opposizione. Colpo di mano della giunta Cirio su gioco d'azzardo, Csi e Arpa. Ostruzionismo record: 2mila emendamenti. Un Vietnam che per Lega e alleati rischia di trasformarsi in una Caporetto

Al centrosinistra ci volle una legislatura per approvare la legge sull’azzardo, al centrodestra basta una notte per smantellarla. Una scorreria compiuta “pochi minuti prima che si riunisse la conferenza dei capigruppo, ieri sera” denuncia il numero uno del Pd Raffaele Gallo. Nel provvedimento presentato dalla giunta viene introdotto di fatto il principio della non retroattività secondo cui tutti i locali ed esercizi pubblici, circoli e sale gioco aperti prima dell’approvazione della legge sono esclusi dall’applicazione del provvedimento. Un colpo di spugna secondo l’opposizione, di più un blitz attuato “come i ladri” urla Marco Grimaldi di Luv, “marchette per saldare cambiali elettorali”, tuona il dem Daniele Valle. Un intervento presentato “alla chetichella per modificare una legge mentre è in discussione in Commissione: un fatto gravissimo, ennesima dimostrazione dell’incapacità del centrodestra di discutere in democrazia”, accusa Giorgio Bertola (M5s), nella passata legislatura impegnato in particolare proprio sull’allora nuova legge contro la ludopatia.

E non è l’unico emendamento con cui il governo regionale sfrutta il collegato alla finanziaria – che ha assunto i connotati di un vero e proprio Omnibus – per smantellare le leggi di chi c’era prima. Lo stesso vale per la caccia, le cave e una serie di altri provvedimenti che tra oggi e domani verranno votati senza una discussione. L’opposizione non ci sta e alza barricate di emendamenti ostruzionistici. Solo ieri ne sono stati depositati altri seicento, facendo lievitare il numero complessivo a 1.942, record assoluto nei cinquant’anni di storia del parlamentino piemontese. Basterà il contingentamento dei tempi al centrodestra per scardinare la resistenza delle minoranze?

Tra le disposizioni contestate c’è quella, a firma dell’assessore al Bilancio Andrea Tronzano, che consente al direttore generale di Arpa, Angelo Robotto – con cui in passato ha condiviso incarichi in staff nell’agenzia – di ottenere consulenze esterne retribuite. Per il grillino Bertola un “emendamento vergogna” che “mina alle fondamenta l’autorità e l’indipendenza di Arpa”. Contestata anche la modifica della legge istitutiva del Csi, attraverso cui si intende mutare la natura giuridica del consorzio informatico: sul tema è stata ricevuta questa mattina una delegazione sindacale e il Pd ne ha già chiesto il ritiro.

Al di là del merito dei singoli emendamenti, è il metodo a scatenare le ire delle minoranze che denunciano l’assenza di confronto. Così l’assemblea legislativa si trasforma in un “votificio” in cui provvedimenti preconfezionati vengono approvati a colpi di maggioranza. “Non ci sono parole per quello che avete fatto – riassume suonando tamburi di guerra Grimaldi – avete avuto faccia tosta contingentare i tempi dopo due ore di discussione. Se continuerete così noi ci opporremo con i mezzi che abbiamo, e i cinquemila emendamenti che stiamo per depositare non vi basteranno per arrivare a settembre”. Il contingentamento, ha osservato Mario Giaccone della lista Monviso, “è previsto per circostanze particolari. Qui invece sta diventando il mezzo da usare quando la maggioranza è in difficoltà e non riesce ad affrontare la contrapposizione democratica. Quella che dovrebbe essere una eccezione è diventata la regola: dobbiamo risolvere il problema di questo uso improprio dello strumento”.

Per consentire l’approvazione dell’Omnibus il presidente di Palazzo Lascaris, il leghista Stefano Allasia, ha convocato tre sedute di Consiglio. Tutta la giornata di ieri si è consumata tra questioni preliminari e pregiudiziali, solo in serata è iniziata la votazione sull’articolato che, al momento, è inchiodata all’articolo 1.