CORONAVIRUS & GIUSTIZIA

Rsa, sequestrate le mail incriminate

La Guardia di Finanza acquisisce la corrispondenza sul trasferimento di pazienti Covid nelle strutture residenziali per anziani. Intercettata dallo Spiffero una di queste comunicazioni. Al setaccio la doppia delibera dell'assessore Icardi (che scarica ogni responsabilità sull'Asl)

Mentre a Palazzo Lascaris la Lega fa muro per evitare l’istituzione della commissione d’inchiesta (o d’indagine) sulla gestione dell’emergenza da parte della Regione Piemonte, un’altra inchiesta (o indagine) ha già da tempo puntato un faro dritto verso la giunta di Alberto Cirio e in particolare verso il suo assessore alla Sanità Luigi Icardi, colui che ha firmato la delibera (nelle varie versioni) “incriminata” sulla possibilità di trasferire malati Covid nelle Rsa per alleggerire la pressione sugli ospedali. Il risultato è stato che il virus, in alcune residenze, ha contagiato decine di ospiti portando al decesso di molti di loro.

Per questo negli ultimi giorni sono stati acquisiti dalla Guardia di Finanza a Torino scambi di mail e di dati, nel quadro delle indagini che sta portando avanti la Procura. Sono stati requisiti anche dei server per analizzare le comunicazioni telematiche tra alcuni soggetti attenzionati e verificare se siano state o meno rispettate le procedure anti contagio o se si siano verificati altri illeciti.

Tra queste lo Spiffero è riuscito a intercettarne una in cui Camillo Scimone, presidente della sezione Sanità di Confindustria Cuneo e Paolo Spolaore, vicepresidente commissione regionale Sanità, il 21 marzo scorso, scrivevano:
Cari colleghi, per alleggerire gli ospedali in questo momento di emergenza e per consentire un incremento della disponibilità di posti letto, l’Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte adotterà nei prossimi giorni un provvedimento (in allegato la bozza della Dgr n. 14-1150/2020 la cui diffusione ci è stata autorizzata) che consente alle Rsa di ospitare pazienti non autosufficienti e pazienti attualmente Covid positivi.
Le Rsa autorizzate/accreditare interessate ad ospitare tali pazienti potranno contattare le Direzioni delle Asl Cn1 e Asl Cn2 per definire la contrattualizzazione dell’accordo.
Appena disponibile vi invieremo la disposizione definitiva.

Dunque c’è una delibera, o almeno c’è stata, sulla base della quale una serie di residenze per anziani ha aperto le proprie porte a malati Covid, seppur in via di guarigione. Nonostante l’assessore Icardi abbia sempre negato che la Regione volesse spostare persone positive in convalescenza nelle Rsa occupate dagli anziani.

Come scrisse a suo tempo lo Spiffero di quella delibera ci sono addirittura due versioni (LEGGI). Una approvata in giunta il 20 marzo (che portava la firma solo del direttore Fabio Aimar) e un’altra, successivamente modificata, pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione tre settimane dopo, il 10 aprile. La prima versione della dgr parlava chiaramente della possibilità di trasferire i pazienti Covid all’interno delle Rsa e in nessun passaggio si legge quanto affermato successivamente, a più riprese, dall’assessore alla Sanità e cioè che sarebbero state coinvolte solo quelle strutture vuote o inutilizzate. Curioso, inoltre, che nonostante l’atto fosse stato approvato in giunta a metà marzo, la sua pubblicazione sul Bur sia avvenuta solo tre settimane dopo, tra il 9 e il 10 aprile. Quel che è emerso, come denunciò il capogruppo di Luv Marco Grimaldi, è che di quella delibera ci fossero due versioni che ri-pubblichiamo qui sotto.

Nella seconda versione vengono aggiunti alcuni passaggi come ad esempio che sarebbero stati ricavati posti letto per pazienti Covid “con bisogni sanitari compatibili con l’assistenza in Rsa”. Viene inoltre scritto che gli organismi preposti alla vigilanza devono certificare “per tutte (le Rsa ndr) la conformità ai percorsi definiti per i pazienti Covid dai competenti enti nazionali e regionali (netta separazione degli spazi, percorsi e personale dedicati)”.

Intanto, però, come abbiamo visto, la prima versione aveva iniziato a circolare e comunque anche nella seconda non viene specificato che le strutture ospitanti dovessero essere vuote o non utilizzate. 

Tra le Rsa su cui si sta concentrando l’attenzione dei magistrati c’è la Chiabrera di Torino, dove in quei giorni, a cavallo tra marzo e aprile, arrivarono 120 anziani positivi al Coronavirus e contemporaneamente venivano trasferiti dalla Chiabrera alla D’Azeglio 60 lungodegenti che sarebbero dovuti essere negativi. Ma non lo erano, tant’è che tra il 20 marzo e il 10 aprile l’epidemia esplode in entrambe le strutture.

Interpellato ancora una volta sul tema, oggi in Consiglio, da Grimaldi, l’assessore Icardi ha precisato che l’inserimento dei pazienti Covid è avvenuto solo dopo i sopralluoghi della Commissione di Vigilanza dell’Asl Città di Torino che ha verificato (o che avrebbe dovuto verificare, lo stabiliranno i giudici) la separazione dei percorsi tra ospiti positivi e negativi al virus e del personale che si occupava degli uni e degli altri. Ancora Icardi ha spiegato che “i parametri oggetto di verifica della Commissione di Vigilanza non sono cambiati” tra la prima e la seconda versione della delibera regionale.

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