RETROSCENA

Lega: "Cirio resti dov'è"

La questione dell'ipotizzato passaggio a Fratelli d'Italia del governatore è all'attenzione di Salvini. Le frizioni crescenti con il partito della Meloni e il messaggio forte e chiaro agli alleati: "Attenti a non alterare gli equilibri". Mosse per inchiodarlo in piazza Castello

La questione è all’attenzione di Matteo Salvini. Dell’ipotizzato passaggio di Alberto Cirio Fratelli d’Italia il leader della Lega è stato avvisato dal segretario regionale Riccardo Molinari. “La voce circolava da un po’ di tempo e negli ultimi giorni ha ripreso vigore”, rivelano vari esponenti Lega. E il messaggio diretto all’ultimo governatore di Forza Italia rimasto al Nord, è piuttosto chiaro: Cirio resti dov’è. Nel partito di Salvini, a ogni livello, nessuno nasconde che un eventuale approdo del politico albese in FdI, comporterebbe una pesante alterazione degli equilibri in seno al governo piemontese e non di meno avrebbe ripercussioni sulla coalizione nazionale

Del resto la designazione di Cirio, poco più di anno fa, a candidato presidente è stato è stata l’esito di una complessa distribuzione di pesi e compensazioni interni al centrodestra, uno schema a tre riproposto in chiave locale nella composizione della giunta regionale. Posti da assegnare col bilancino, dopo trattative andate avanti per settimane, in un braccio di ferro tra Lega e Fratelli d’Italia sul numero di assessorati (e incarichi di sottogoverno).

In politica lo stupore è materia bandita, quindi nessun trasalimento nel partito di Salvini di fronte ai movimenti di Cirio anche se più d’uno fa notare come, pur comprensibile di fronte allo stato comatoso di FI, la scelta del presidente pare carente di motivazione politica, riducendosi a mero “calcolo personale” sul proprio destino. Tanto più che nelle lunghe e non certo terminate fasi di travaglio del suo partito, Cirio non ha certo brillato per presenza e caratterizzazione critica. Insomma, qui non ci si trova di fronte a un Giovanni Toti (peraltro non seguito nella sua avventura con Cambiamo dal pure amicissimo Cirio) e neppure una Mara Carfagna, per dire.

Un futuro, che per ammissione dello stesso governatore, non contempla un secondo mandato in piazza Castello bensì il ritorno ai lidi dorati europei lasciati per il timore di non riuscire a mantenere lo scranno di Bruxelles. Scelte e ambizioni legittime, sulle quali la Lega mostra almeno all’apparenza di non voler mettere becco. Lo mette, invece, anche se nei modi e con le liturgie dovute, per cercare in ogni modo di evitare di trovarsi un governatore con la maglia dei Fratelli, proprio nel Nord e proprio nel momento in cui i sondaggi continuano a confermare Salvini in calo e Meloni in ascesa. Ragione in più perché una questione che potrebbe apparire solo piemontese è già sul tavolo del Capitano, ultimamente in rapporti non proprio idilliaci con la socia sovranista.

Nell’attesa di indicazioni di Salvini, il partito guidato in Piemonte da Molinari ha già spedito a Cirio un messaggio forte e chiaro:resta dove sei e governa. Per renderlo, se possibile, ancora più eloquente l’azionista di maggioranza sta approntando un lungo e dettagliato carnet di iniziative volte a costringere il presidente ad assumere posizioni, tenendolo inchiodato al suo ruolo e soprattutto al suo partito.

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