RETROSCENA

Cirio chiede udienza a Berlusconi

Dopo la levata di scudi della Lega arriva il "bacio della morte" dei Fratelli d'Italia: "Benvenuto tra noi se cosciente dell'identità del nostro partito". E ora visto che l'operazione si complica il governatore bussa alla porta di Arcore

È tormentato Alberto Cirio. Il governatore che fino a ieri pareva deciso a cambiare casacca lasciando quella azzurra per indossare l’uniforme di Fratelli d’Italia (e molte circostanze nonché fonti autorevoli lo confermavano), ha chiesto un appuntamento a Silvio Berlusconi. Se verranno confermate le voci che si rincorrono tra Roma e Torino, potrebbe mettere sul piatto la rinuncia ai piani di fuoriuscita in cambio di un ruolo a livello nazionale nel partito. In fondo, problema di poco conto, sapendo come il magazzino delle onorificenze del Cavaliere sia sempre ben fornito. Sarà sufficiente la promessa di una patacca a farlo desistere? Chissà.

Dopo i messaggi assai duri recapitati dalla Lega, che della questione ha investito lo stesso suo leader, decisa a far di tutto per impedire un grosso regalo a Giorgia Meloni, soprattutto in questo periodo contrassegnato da forti frizioni tra lei e Matteo Salvini, Cirio teme imboscate da parte dei fratelli adottivi. A far drizzare le orecchie al governatore sono stati segnali all’apparenza molto calorosi, ma in realtà piuttosto subdoli, una sorta di “bacio della morte”. Basta leggere la dichiarazione del capogruppo di Fratelli d’Italia, il cuneese Paolo Bongioanni rilasciata a TargatoCN, nella quale il successore di Maurizio Marrone a Palazzo Lascaris sostiene che “se Alberto Cirio approderà in Fratelli d’Italia, cosciente dell’identità del partito, a me personalmente, e parlo sia a titolo personale che come presidente del gruppo regionale, non potrà che fare piacere”.

Già quel “cosciente dell’identità del partito” la dice lunga, ma il concetto viene ulteriormente esplicitato qualche riga dopo: “Fratelli d’Italia sta crescendo anche accogliendo nelle proprie file personalità capaci che arrivano da altre esperienze partitiche. Tutti però – sottolinea Bongioanni – devono avere coscienza che il nostro è un partito la cui anima nasce a destra. Ben vengano quindi coloro i quali vorranno lavorare per la nostra crescita condividendo un percorso che sarà foriero di risultati e traguardi importanti”. Infine il passaggio cruciale: “Dobbiamo però stare attenti a non imbarcare i mercenari della politica, perché questo non farebbe bene ad alcuno”. Parole pesanti e soppesate. Chi vuole intendere intenda.

Nel frattempo c’è chi fa osservare come questa analisi del sangue sia definita come necessaria non da chi proviene da quegli antenati considerati capostipite del partito della Meloni, ovvero Alleanza Nazionale e prima ancora il Msi. Bongioanni era uomo del leghista Giorgio Maria Bergesio e approdò in FdI quando la Lega non lo candidò. Il bacio della morte, dato da chi ha il dente avvelenato con Cirio perché non lo ha nominato assessore, è dunque ancor più terribile per il governatore, il quale certo non è ignaro della tutt’altro calorosa accoglienza che gli verrebbe riservata. Da qui il ripensamento delle ultime ore e la richiesta di un incontro con il Cav.

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