Casta e anticasta

Diventa sempre più difficile districarsi nel dibattito oscuro, e ormai un po’ logoro e stantio, tra chi oggi rappresenta la casta politica e chi, al contrario e specularmente, rivendica a tutti gli effetti di essere l’anticasta. E questo per un motivo molto, molto semplice. Di norma, la casta – almeno da quando è partita questa polemica facendo la fortuna elettorale di alcuni partirti e quella finanziaria di chi l’ha inventata e descritta – è rappresentata quasi esclusivamente da chi è al potere pro tempore. Cioè da chi governa e da chi occupa posti di responsabilità pubblica e, di conseguenza e come ovvio e persin scontato, gode di benefici, privilegi, stipendi, emolumenti e quant’altro. In Italia, almeno così pare di capire a me e a molti altri, avviene un processo opposto. E cioè, la casta sarebbe quella che non è al potere, che non occupa posti di responsabilità e che non siede nelle aule parlamentari e di governo.

Ora, diventa francamente complicato capirci qualcosa. Certo, sarebbe interessante rileggere oggi un libro sulla casta. E soprattutto su chi la rappresenta concretamente ed operativamente. Anche, e, soprattutto, per capire – oggi, e non decenni fa – dov’è la casta e chi la incarna nella società contemporanea. Anche perché, come ormai dicono e scrivono moltissimi commentatori ed opinionisti che non ragionano solo con gli schemi della “curva sud”, i comportamenti tra ieri e oggi non sono affatto mutati. Al di là delle chiacchiere e della propaganda. Dagli stipendi non tagliati alle permanenza delle famose auto blu, dall’ostentazione del potere sfarzoso in tutti i suoi aspetti agli schemi e alle parole d’ordine che sono pressoché uguali a quelli del passato. Salvo la differenza, anzi la profonda differenza, sulla autorevolezza, la statura e la qualità della classe dirigente. Su questo versante, come ormai è opinione corrente, è forse meglio andare oltre...

Ma, per restare alla casta, d’ora in poi sarebbe comunque utile, nonché indispensabile, riaggiornare questa discussione. Certo, un contributo in tal senso deve innanzitutto arrivare dai professionisti dell’anticasta di ieri e di ier l’altro. Politici ma anche e soprattutto opinionisti che, come tutti sanno, hanno fatto la fortuna su questo versante. Tutti sappiamo che in un’epoca ancora, purtroppo, dominata dal populismo demagogico e anti politico, la memoria storica è solo e soltanto un optional. E quindi ciò che è capitato qualche giorno fa è già dimenticato e si archivia tutto velocemente. Di qui, del resto, il trionfo del trasformismo e dell’opportunismo. Ma, comunque sia, credo che sarebbe utile in questa precisa fase storica chiarire e arrivare a qualche conclusione e relativa chiarezza attorno ad un tema che, dalla fine traumatica della prima repubblica in poi, continua ad aleggiare sulla scena pubblica italiana. Per addirittura dominarla dopo le elezioni politiche del 2013.

Chi, dunque, oggi rappresenta la casta nel nostro paese? Aspettiamo di vedere, o di sentire o di leggere se i cantori e i professionisti dell’anticasta del passato ci illuminano su chi, oggi, la rappresenta plasticamente. Sarebbe un bel contributo politico, culturale e di costume.

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