VERSO IL 2021

Scende in campo la società civile (a partita Iva)

Ecco il "sotto Sistema Torino", gli ottimati civici pasciuti a incarichi e consulenze. Da De Giuli a Casacci, da Berruto a Verri. Stanno nel centrosinistra e strizzano l'occhio al rettore tripartisan del Politecnico Saracco. Contatti anche con Azione di Calenda

Senza un enorme sforzo d’immaginazione prende forma la lista civica che scenderà nell’agone politico alle prossime amministrative di Torino. Il nome, per il momento, è appunto Capitale Torino, quella che per dirla con le parole dei suoi promotori rappresenta oggi una “piattaforma di mobilitazione civica”, un aggregatore di istanze e pulsioni che da mesi hanno iniziato a manifestarsi nel capoluogo in vista dell’appuntamento elettorale. Sti... cavoli.

Tra gli artefici del cimento spiccano i nomi di Federico De Giuli, rampollo della famiglia che negli anni d’oro a cavallo tra i due secoli ha fatto affari con i quartieri della movida, a partire dal Quadrilatero Romano; l’onnipresente (e onniscente) Mauro Berruto, ex commissario tecnico della Nazionale di volley, già direttore generale della Scuola Holden di Alessandro Baricco; il chitarrista Max Casacci, fondatore dei Subsonica; l’ex capo ufficio stampa del Toroc e poi direttore della comunicazione della Juventus Giuseppe Gattino. Un piccolo drappello di professionisti con la passione della politica. esponenti di quella società civile della partia Iva, capaci di coniugare militanza civica e fatturati. Della combriccola fa parte anche Paolo Verri, ex di un sacco di cose (incarichi pubblici e parapubblici) reduce dal successo di Matera Capitale della Cultura 2019 a cui qualcuno vorrebbe addirittura mettere addosso la fascia tricolore.

Così mentre la città si ritrova a leccarsi le ferite e dopo la sbornia olimpica, l’hangover deve fare i conti con una crisi che picchia duro e la vede relegata sempre più ai margini scalda un pochino i cuori che qualcuno la pensi ancora come Capitale. C’è lo strenuo tentativo di evocare un passato ormai lontano di fulcro politico e industriale, oltreché di una (tanto) millantata supremazia culturale. Ma anche il riferimento al capitale umano “di questa città che ha dimostrato, nonostante tutto, di essere capace di fare politica nel senso etimologico del termine, prendendosi cura della polis e continuando a proporre arzioni virtuose sul territorio”. Parbleu! E anche su questo ce ne sarebbe da dire.

A tirare le fila ci sono pure due lenze di quella terra di mezzo, borderline tra professione e polica: Mario Giaccone e Francesco Tresso, il primo eletto in Consiglio regionale con la lista civica denominata originariamente Monviso, che esordì alle elezioni del 2014 al fianco di Sergio Chiamparino, l’altro esponente in Sala Rossa della medesima formazione a sostegno di Piero Fassino. Ora l’obiettivo è quello di mettere ordine nel cortile di casa che rischiava di presentarsi fin troppo frantumato tra laboratori civici, comitati e associazioni.

Tra i promotori ci sono anche i docenti del Politecnico Alessandro Armando e Giovanni Durbiano. E proprio quest’ultimo sarà protagonista lunedì prossimo di un dibattito on line con il rettore Guido Saracco, da mesi candidato in pectore del centrosinistra con declinazione paragrillina. Un appuntamento nel quale c’è chi legge il tentativo di avvicinare questo contenitore al Magnifico di corso Duca degli Abruzzi, puntellarne una candidatura che negli ultimi tempi è sembrata traballare. Potrebbero essere questi ottimati a lanciarne pubblicamente la candidatura? “Personalmente non avrei nulla contro un possibile esponente del Pd – dice De Giuli – certo se si potesse convergere su una figura civica, forse più in grado di rappresentare tutti, sarebbe preferibile”. L’incontro sarà moderato da Giorgio Diaferia, medico ecologista giornalista e tante altre cose che ha recentemente aderito ad Azione di Carlo Calenda. E chissà che anche questo non sia l’indizio di un canale aperto con i seguaci dell’ex ministro, piuttosto ai ferri corti con gli altri potenziali alleati centristi, da Italia Viva ai Moderati.

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