Fase 3: pazienti e medici "brigata cubana" in festa a Torino 

Sono arrivati in bicicletta dalle Ogr fino al Parco Dora, a Torino, i 38 medici cubani che hanno prestato servizio per oltre 100 giorni nell'ospedale allestito per l'emergenza Covid-19. Più di 350 le persone presenti al pranzo di saluto e ringraziamento allo skate park del Parco Dora, tra pazienti e personale sanitario italiano e cubano. "La nostra più grande soddisfazione spiega Julio Guerra Izquierdo, capo della brigata cubana - è aver salvato 170 vite dopo 100 giorni. Non importa da dove veniamo importa che stava soffrendo l’umanità, c'era chi aveva bisogno e siamo venuti ad aiutare". La giornata di oggi è stata pensata come momento simbolico di incontro: "Abbiamo invitato - spiega Carlo Picco dell'Asl Città di Torino - i pazienti guariti grazie alla struttura delle Ogr, cosa che cementa l'alleanza medico paziente. Celebriamo poi l'alleanza internazionale con la brigata cubana che ci ha aiutati, permettendoci di creare anche protocolli condivisi e una comunanza di vedute. E poi vogliamo dare un segno di speranza e di ripresa di una città che vuole ripartire, in sicurezza e con cautela ma celebrando di nuovo un momento collettivo all'aperto". 

"Siamo il terzo mondo e il terzo mondo è venuto ad aiutare il primo mondo. Siamo venuti a salvare vite. Bisogna ricordarlo". Cosi' Ileana Jimenez, cantante di origini cubane che ha lavorato come interprete al Covid Hospital delle Ogr di Torino durante l'emergenza Coronavirus, intervenuta oggi al pranzo di saluto per i medici cubani, organizzato dall'agenzia per l'interscambio culturale ed economico con Cuba. Jimenez canterà accompagnata al pianoforte dal maestro Giovanni Casella, che proprio alle Ogr è rimasto ricoverato 50 giorni. "Ho imparato - dice Casella - a non dare tutto per scontato. La salute non è una cosa sicura, ho pensato anche di non farcela. È stata un'esperienza dura, mi ha insegnato a dare più importanza ad alcune cose alle quali normalmente non pensiamo. Oggi sono qui per ringraziare chi mi ha salvato la vita". 

"Voglio solo voltare pagina e dimenticare tutto". Così Giuseppe, ex paziente Covid ricoverato alle Ogr di Torino, risponde a chi gli domanda del periodo trascorso in ospedale in questi mesi. Non dice quanti giorni è stato costretto a letto, e aggiunge solo "L'unione fa la forza". Oggi si celebra la partenza dei medici cubani, arrivati in Italia più di 100 giorni fa in quell'ospedale allestito per l'emergenza, insieme a pazienti e personale sanitario. "Io sono stato ricoverato 12 giorni a Carmagnola, quando stavo meglio sono stato mandato alle Ogr - spiega Alessio Ponzio, 81 anni - Sono stati tutti gentili. Si stava anche bene lì, ma quando sono uscito sono stato troppo contento". Ai tavoli anche diverse infermiere: "Quasi non riconosciamo molti pazienti, stanno bene e fuori dall'ospedale sono così diversi" spiegano due di loro. Durante il pranzo, al quale hanno partecipato anche l'assessore regionale Vittoria Poggio e il presidente del consiglio regionale Stefano Allasia, viene osservato un minuto di silenzio in ricordo delle vittime e in segno di ringraziamento per il personale sanitario che ha aiutato durante la pandemia. A uno a uno vengono chiamati tutti i 38 medici della brigata cubana, tra gli applausi.

"Stiamo passando un bellissimo momento insieme, che ci porta tanta gioia". Lo ha detto Jose' Carlos Rodriguez Ruiz, ambasciatore di Cuba in Italia, intervenuto oggi a Torino nel corso dell'evento organizzato al Parco Dora per salutare i 38 componenti della delegazione medica cubana in partenza. "Oggi - ha aggiunto - è una festa piena di felicità per la vita, per la fratellanza che abbiamo sperimentato in questi mesi". Dal palco l'ambasciatore ha poi ringraziato le istituzioni: "Si è realizzato un momento storico tra Cuba e l'Italia, e ringrazio tutti coloro che lo hanno reso possibile" conclude. "Cuba ha un sistema sanitario pubblico e universale ed è riuscita a garantire aiuto a più di 60 Paesi nel mondo, formando anche altri medici" ha spiegato Julio Guerra Izquierdo, capo della brigata dei medici cubani. Secondo Sergio Livigni, responsabile dell'ospedale allestito alle Ogr di Torino, "abbiamo creato un modello nuovo, multidisciplinare, internazionale, un metodo che ha permesso di trattare i pazienti in modo nuovo dall'ospedale fino al domicilio. Non sarebbe stato possibile senza l'aiuto di tutti voi". 

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