SICUREZZA & LEGALITA'

Soldi ai rom per lasciare il campo.
La destra insorge: "danno erariale"

Mille euro a famiglia per sgombrare l'area di via Germagnano. Ma alcuni nomadi (una piccola minoranza) hanno già creato nuovi insediamenti abusivi. Fratelli d'Italia vuole denunciare Appendino che replica: "C'è chi fa fatti e chi parole"

Mentre Chiara Appendino celebra il successo della sua amministrazione nello smantellamento del principale campo rom abusivo di Torino, il centrodestra punta il dito contro la sindaca, le sue “politiche assistenzialiste” nei confronti degli abusivi e addirittura la deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli paventa l’ipotesi di danno erariale per il Comune di Torino, riferendosi ai mille euro stanziati dal Comune a tutti coloro che si sono impegnati a lasciare le baracche per abbandonare la città o individuare altre soluzioni abitative nella legalità. La polemica infuria ed è alimentata da quei furbetti (“una minoranza” assicura la prima cittadina) che dopo aver intascato l’incentivo si sono spostati poco più in là: sei nuclei in via Reiss Romoli, qualche unità in piazza d’Armi. “Il rischio è la polverizzazione” mette in guardia Elide Tisi, ex vicesindaco nella passata giunta di centrosinistra, oggi consigliere di minoranza. “Beninteso – prosegue Tisi – anche noi siamo per il superamento dei campi nomadi abusivi, ma in questo caso la situazione mi sembra ancora piuttosto vaga: non sappiamo quanti sono a essere tornati in patria e soprattutto quanti di questi torneranno dopo l’estate”. Intanto le ruspe continuano l’opera di smantellamento del vecchio insediamento: “Sarà fondamentale una fase di costante monitoraggio” assicura la prima cittadina che intanto però mette a segno un punto importante e già guarda al futuro: “C’è un’ipotesi di conversione dell’area per attività sportive e ricreative” dice l’assessore all’Ambiente Alberto Unia.

L’operazione è stata condotta da Polizia municipale e divisione Servizi sociali della Città di Torino, in collaborazione con una cordata di assistenza tecnica al Progetto speciale Campi nomadi con capofila la cooperativa Liberi Tutti e si è conclusa lo scorso fine settimana permettendo di dare attuazione al decreto di sequestro preventivo del Tribunale, emesso nell’ottobre 2016 allo scopo di consentire la realizzazione di interventi di recupero e riqualificazione di quello spazio cittadino. Sono state 73 le famiglie Rom (212 persone complessivamente) che – dopo aver sottoscritto una dichiarazione di impegno all’uscita dall’insediamento e accettato di fruire delle misure di sostegno proposte dalla Città – hanno lasciato nei giorni scorsi e di propria volontà il campo non autorizzato, consentendo di avviare la rimozione di 21 roulotte e altre 149 strutture (rifugi di fortuna, di cui 42 con roulotte all’interno) adibite ad abitazione. Altre 97 famiglie (192 persone) avevano già lasciato l’area nel corso degli ultimi quattro mesi. Già avviate le operazioni di pulizia. Entro un mese saranno rimossi i pannelli delle strutture demolite, poi si passerà all’individuazione della tipologia dei rifiuti e successivamente alla loro raccolta e asportazione. Dopodiché si procederà all’effettuazione di carotaggi per definire i livelli di inquinamento del terreno e stabilire quali sono le necessarie azioni da intraprendere per la bonifica del suolo. Per ora il costo dell'operazione è di 560mila euro ma non tiene conto delle bonifiche necessarie e della conversione dell'area.

La Regione Piemonte però contesta il suo mancato coinvolgimento nell’operazione, dopo aver sottoscritto con Palazzo Civico un protocollo d’intesa per lavorare al superamento dei campi. Non solo, secondo l’assessore alla Sicurezza Fabrizio Ricca “mentre il tavolo e il gruppo non hanno mai iniziato la loro missione, il Comune ha deciso di portare avanti politiche di assistenzialismo non concordate con gli altri attori coinvolti, Regione compresa. Politiche come quella che vede un’erogazione di mille euro per abbandonare il campo di via Germagnano”. “Una gestione unilaterale del problema da parte del Comune non combacia con l’accordo firmato e mette in discussione il contributo economico che la Regione avrebbe dovuto erogare”. “C’è chi fa fatti e chi fa parole” taglia corto Appendino.

Per quanto riguarda le misure di sostegno proposte agli abitanti del campo, queste sono consistite in incentivi economici (mille euro a famiglia o 400 euro per i nuclei che hanno già beneficiato degli aiuti offerti dal progetto “La città possibile”) per le spese di viaggio e supporto economico per il rientro nel Paese d’origine oppure, per le famiglie che hanno deciso di restare nel nostro Paese, come sostegno (pagamento caparra e spese d’entrata) per l’inserimento in alloggi reperiti in autonomia o per soluzioni abitative trovate presso la rete parentale o di connazionali. A una famiglia con un componente in condizione di fragilità (disabile) è stata invece assicurata una sistemazione abitativa temporanea, grazie alla collaborazione dell’Arcidiocesi di Torino e degli enti che hanno messo a disposizione risorse nell’ambito del Piano cittadino di inclusione sociale. Sono state inoltre proposte altre opportunità di accoglienza, compresa la possibilità di dimorare per un periodo transitorio nel campo autorizzato di strada Aeroporto, in attesa di trovare una soluzione più stabile.

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