SALUTE

Caccia al vaccino anti influenzale,
"le scorte non basteranno per tutti"

La Regione prenota dosi massicce per i soggetti a rischio (a partire da anziani e malati). Il Piemonte pronto a raddoppiare il quantitativo fino a raggiungere il milione di fiale. L'allarme di Federfarma: "La popolazione attiva potrebbe rimanere senza"

Hai voglia a dire vaccinazione di massa. Il rischio è che alla fine non ci saranno abbastanza dosi per tutti coloro che ne faranno richiesta e dunque, esclusi i soggetti a rischio, ben pochi riusciranno quest’anno a ottenere l’immunità almeno dalla comune influenza. Conseguenza indiretta del Coronavirus di cui si teme per l’autunno una ripresa dei contagi. E proprio per evitare che i medici possano essere tratti in inganno dal Covid, che talvolta si presenta con sintomi simili all’influenza, dalla comunità scientifica si moltiplicano i consigli a una vaccinazione capillare: la domanda si preannuncia altissima, la disponibilità meno.

Le prime a prenotare le scorte sono le Regioni. In Piemonte, per rispondere solo alla domanda dei soggetti a rischio, da corso Regina Margherita, quartier generale dell’assessorato alla Sanità, hanno già stimato che sarà necessaria una quantità doppia delle fiale. Dalle oltre 500mila dello scorso anno si potrebbe arrivare a superare il milione. È evidente infatti che con lo spauracchio del Covid aumenterà in modo sensibile la richiesta tra gli over 65, cardiopatici, diabetici e altre categorie a rischio per le quali la somministrazione è gratuita.

C’è la “sostanziale impossibilità dalle aziende farmaceutiche di cedere alle farmacie dosi vaccinali, perché la produzione è stata assorbita dalle richieste delle Regioni, i cui acquisti sono aumentati in media del 43 per cento circa, con picchi anche superiori al cento per cento, rispetto alla stagione 2019-2020” sottolinea Marco Cossolo, torinese, presidente di Federfarma, che rappresenta oltre 18mila farmacie private convenzionate con il Servizio sanitario nazionale, di cui oltre 1.500 in Piemonte. “Questo significa che, in assenza di un canale capillarmente diffuso e facilmente raggiungibile da tutti, qual è la farmacia, molti cittadini, appartenenti soprattutto alla fascia attiva della popolazione e quindi sottoposti a un maggior rischio di contagio, si troverebbero nell’impossibilità di vaccinarsi”. Poi aggiunge: “Il prossimo autunno la vaccinazione antinfluenzale sarà fondamentale per agevolare la diagnosi di Covid-19 e gestire i casi sospetti, soprattutto considerando l’attuale ripresa dell’epidemia. Sarà importante vaccinare, oltre i soggetti a rischio, la maggior parte della popolazione attiva per evitare il congestionamento della sanità territoriale”.

Federfarma e Fofi, l’associazione che riunisce gli ordini professionali dei farmacisti, stimanocirca 1,2 milioni le richieste sul territorio nazionale per i soggetti non a rischio. Dosì che però potrebbero essere irreperibili sul mercato.

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