REGIONE

Cirio inciampa sul fascismo: "Quanto sport quando c'era Lui"

Al governatore sfugge una stupidata e scatena la solita canea dell'antifascismo pavloviano. Poi spiega: "Ma che nostalgico del Ventennio, ho semplicemente provato a ricostruire storicamente perché in Italia non si insegni più ginnastica" - VIDEO

È polemica per le parole a dir poco infelici del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, sull’educazione fisica. “L'attività sportiva è stata trascurata completamente nel Secondo Dopoguerra. Ai tempi del fascismo c'era grande attenzione alla cura del corpo, lo sport era importante nelle scuole. Caduta la dittatura, per reazione l’attività sportiva è stata cancellata dagli istituti scolastici”, ha detto il governatore a margine dell'inaugurazione del Kinder Joy of moving Park nell’outlet di Vicolungo, un parco ludico motorio in provincia di Novara.

“Presidente, non sia nostalgico: di fascisti anche oggi ce n’è pieno. Il 20 e 21 si vota: pensateci”, scrive su Twitter il deputato Pd Filippo Sensi. “Vedo che il presidente della Regione Piemonte ha nostalgia della cura per il corpo che aveva il regime fascista. Temo che si riferisse alle cure a base di manganello e di olio di ricino agli oppositori che difendevano la democrazia e la libertà”, aggiunge il portavoce nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, cui gli fa eco il capogruppo di Luv in Consiglio regionale Marco Grimaldi. Critiche anche dal centrodestra dove il deputato torinese di Forza Italia Osvaldo Napoli definisce “imbarazzante” l’uscita del governatore. “L’amico Cirio si è lanciato in un confronto alquanto ardimentoso sulla cura del corpo sotto il fascismo e nel successivo regime democratico. Sotto il fascismo, è vero, la Gioventù italiana del Littorio veniva avviata alla pratica sportiva di massa, salvo poi essere spedita a combattere e morire in Grecia, Albania, Russia, Egitto…”. Un culto, quello della forza fisica, foriero di brutte pagine, come hanno riferito recenti fatti di cronaca: “Pare che una qualche nostalgia di quella pratica sportiva – conclude Napoli – sia sopravvissuta in qualche ambiente, penso ai giovani protagonisti del massacro di Colleferro. È proprio vero un bel tacer non fu mai scritto”.

Respinge ogni sospetto di “nostalgia” del Ventennio il governatore: "Io nostalgico del fascismo? Voi dimenticate che chi è albese come me ha l’antifascismo nel Dna. Ho semplicemente provato a ricostruire storicamente perché in Italia non si insegni più ginnastica”, ha spiegato Cirio che aveva aperto la sua giornata postando sui social una foto che lo ritraeva insieme a Liliana Segre al teatro Sociale di Alba per augurare buon compleanno alla senatrice a vita vittima della persecuzione razziale. “La ragione va ricercata proprio nel periodo del regime fascista, che ha esasperato la cura del corpo – ha aggiunto –. Caduta la dittatura forse per un effetto contrario si è abbandonata l’educazione fisica a scuola. Ma non voleva certo essere un elogio del fascismo nei confronti del quale ho sempre avuto parole di condanna. Sia per storia famigliare, sia, ripeto, per la città da cui arrivo: una città che ha pagato un grosso tributo alla lotta per la Resistenza e che a quei valori è profondamente legata. Anche 75 anni dopo”.

Spiegazioni che ricevono il plauso del parlamentare Pd Enrico Borghi: “Cirio ha precisato di essere antifascista, e ha chiuso un incidente innescato da una sua frase un po’ infelice. Meglio così. Di questi tempi, è bene non essere indulgenti, perché non possiamo permetterci nessuna forma di equivoco e di ambiguità”, scrive su Twitter il deputato ossolano.

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