FASE TRE

Ritorno a scuola, la prova più difficile.
Ma i numeri promuovono il Piemonte

Rischio basso di contagio e indice Rt 0,5. Alla vigilia del rientro in classe il report del ministero fornisce un quadro confortante. L'assessore Icardi: "Ci aspettiamo un aumento dei positivi dalla terza e quarta settimana in poi" - DOCUMENTO

“La vera ripartenza sarà lunedì”, dice Alberto Cirio, aggiungendo subito dopo che la riapertura delle scuole “sarà anche il vero test che dovremo superare”. Una prova impegnativa alla quale, tuttavia, il Piemonte si presenta con un precedente più che confortante: “Siamo riusciti a scendere da un livello di rischio moderato della scorsa settimana con un Rt superiore a 1 e dovuto ai rientri dei vacanzieri a un livello di rischio basso, riducendo di molto l’Rt che oggi è pari a 0,50. E questo – spiega l’assessore alla Sanità Luigi Icardi – dimostra l’efficacia e l’efficienza del sistema di tracciamento dei contagi”.

Dati che insieme ad altri fanno, a dispetto della scaramanzia, il rapporto numero 17 del ministero della Salute relativo al Piemonte un quadro rassicurante per la regione, soprattutto alla vigilia di quel test cruciale che, come ha detto il governatore dovrà essere superato, ma che nessuno è in grado di escludere possa rappresentare una grande incognita e un rischio difficilmente prevedibile. Il distanziamento nelle aule e tutte le misure di prevenzione, alcune delle quali “rafforzate” in ambito regionale come nel caso della misurazione della febbre a scuola nel caso non ci sia la certezza che lo si sia fatto a casa, possono ridurre i rischi di contagio fino a un certo punto. La vita sociale dei bambini e più ancora degli adolescenti al di fuori della scuola non è controllabile, né limitabile come durante il lockdown e quindi, come osserva Icardi “potremmo doverci aspettare un aumento dei positivi non tanto nelle prime due, ma dalla terza e quarta settimana in poi”.

QUI IL REPORT DEL MINISTERO

È lo stesso assessore a citare la letteratura scientifica, “in base alla quale il contenimento di una pandemia vede come misure più efficaci il contact tracing del 90 per cento dei casi e subito dopo la chiusura delle scuole”, per ribadire come ogni sottovalutazione sia impropria e deleteria.

“Inutile negare che la scuola è un veicolo potente per la diffusione del Covid, ma noi abbiamo messo in campo tutto quello che si poteva fare, restringendo anche le disposizioni ministeriali. Certo, poi purtroppo dopo i no vax sono arrivati anche i no fever, quelli che non vogliono misurare la febbre. Di fronte a questi atteggiamenti non possiamo non metterci di traverso e misurare, come faremo, la febbre a chi non lo fa”. Altro aspetto del sistema messo in campo per l’avvio dell’anno scolastico, riguarda gli hot spot dedicati e distribuiti in oltre venti ospedali dove alunni e studenti con sintomi saranno sottoposti subito al tampone, sia nel caso lo richieda il medico di medicina generale, sia anche nel caso che sorgano difficoltà consentendo ai genitori di portare direttamente il bambino all’hot spot “evitando perdite di tempo preziose”.

Con queste misure e con il conforto dei dati contenuti nell’ultimo rapporto “che testimoniano come l’intera macchina sanitaria – aggiunge Icardi - abbia lavorato e stia lavorando bene”, il Piemonte, sperando di essersi lasciato per sempre alle spalle il lockdown, è alle ultime fasi del contdown per il ritorno sui banchi, sia pure distanziati e, in alcuni casi, diversi. E se, come mesi fa, pare ripresentarsi la difficoltà di avere mascherine a sufficienza, a questa carenza dello Stato Cirio risponde con una rassicurazione: “Stiamo monitorando l'approvvigionamento agli istituti. A oggi abbiamo ricevuto oltre 50 richieste di scuole del Piemonte che chiedono di intervenire perchè non le hanno ricevute. Mancano ancora due giorni, ma noi siamo pronti a fornirle agli istituti che ne avranno bisogno".

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