Un civico dalla caratura politica

Il voto del 21 settembre non sarà una variabile indipendente ai fini delle coalizioni politiche che saranno messe in campo in vista della ormai prossima tornata elettorale amministrativa del maggio 2021. A cominciare, appunto, da Torino e dai comuni piemontesi che andranno al voto. Certo, quasi tutti sanno che l’alleanza Pd-5 stelle è politicamente innaturale. È appena sufficiente volgere lo sguardo a ciò che concretamente è accaduto nel varo delle coalizioni nelle singole regioni che andranno al voto la prossima settimana per rendersi conto che non basta la logica della sommatoria e del pallottoliere per fare credibile un’alleanza politica. Certo, in Liguria si è raggiunto un accordo tra i due partiti ma, se il voto dovesse confermare gli ultimi sondaggi, l’esito finale sarebbe semplicemente un disastro. Vedremo.

Nel frattempo, però, nella coalizione tradizionale del centrosinistra, a Torino come altrove, si ragiona sulla figura del candidato a sindaco che, è inutile negarlo, continua ad essere uno degli elementi decisivi per stringere un’alleanza e per qualificarla sotto il profilo politico ed amministrativo. E il profilo del candidato a sindaco, appunto, non potrà che essere politico e al tempo stesso civico. Certo, senza un profilo politico e una cultura politica non si va lontano. Anche in una grande città come Torino. Non basta più rivendicare la lontananza dalla politica come un dato di merito e di cambiamento. O l’assenza di competenza, di esperienza e di appartenenza politica come elementi essenziali per qualificare una candidatura. Disvalori e degenerazioni che hanno fatto la fortuna dei 5 stelle ma che si sono rilevati elementi fallimentari ai fini della capacità politica/amministrativa e nel saper dispiegare, al contempo, una autentica capacità di governo e di guida politica di una grande città. Come l’esperienza ha platealmente confermato. Eppure il miglior profilo del prossimo candidato a sindaco della coalizione di centrosinistra, seppur allargato ad altre esperienze, continua ad essere quello di una personalità “civica” che abbia anche una caratura politica. Non intesa come appartenenza stretta alla nomenklatura di un partito o di una corrente di partito, ma una caratterizzazione politica intesa come profonda conoscenza delle dinamiche di una città. Dinamiche politiche, sociali, culturali ed economiche/produttive.

Ecco perché, nell’attuale contesto politico e culturale, la figura del candidato a sindaco sarà ancora una volta decisiva. Forse più dello stesso programma e della stessa coalizione che lo appoggia. E questo non per alimentare una contrapposizione tra la cosiddetta società civile e i partiti, ma per la semplice ragione che un candidato a sindaco civico/politico può garantire meglio e con maggior efficacia il raccordo tra la politica e la società nella sua complessità.

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