VERSO IL VOTO

Damilano promuove Appendino, "ma si voti nei tempi previsti"

Nella sua prima uscita pubblica il candidato sindaco di Salvini tesse l'elogio della sindaca grillina: "Posso dare dal punto di vista dei conti un giudizio positivo". Oggi l'endorsement (e l'incontro) con il leader leghista: "Ora il centrodestra decida"

Torino vada al voto in primavera, senza traccheggiare. Serve coraggio, ma in fondo Chiara Appendino non ha governato male, almeno sul piano dei conti. “Nel momento in cui a Roma si cercano i responsabili per portare avanti il Governo in un momento di grande emergenza, altrettanta responsabilità mi aspetto per le grandi città che devono andare al voto: in questo caso l’auspicio è di poter dare una governance a questi centri nei tempi previsti, il prima possibile”. È l’augurio che Paolo Damilano, aspirante candidato sindaco per il centrodestra, ha formulato oggi nel corso di un incontro online dal Centro congressi dell’Unione Industriale. “Si sta votando in Portogallo, penso si possa farlo anche da noi fra fine maggio e inizio giugno”, ha aggiunto l’imprenditore dell’acqua e del vino che oggi ha nuovamente ottenuto l’endorsement di Matteo Salvini. È evidente la preoccupazione di Damilano che l’eventuale slittamento delle urne possa logorarlo nella marcia verso la contesa elettorale.

Un cammino ancora non del tutto sgombro di ostacoli, quello verso l’incoronazione unitaria da parte della coalizione, nonostante il pressing del leader della Lega che nella sua puntata sotto la Mole l’ha descritto come “il candidato dei torinesi”, confidando “che sia l'unico candidato dei torinesi alternativo alla sinistra”, confermando in tal modo che i giochi non sono ancora del tutto chiusi. Una manciata di ore prima, infatti, Forza Italia insisteva sulla candidatura a prima cittadina di Claudia Porchietto: tutto dipenderà dalla spartizione tra alleati al tavolo nazionale.

L’incontro tra Salvini e Damilano, avvenuto all’ora di pranzo, è andato “molto bene”, perché Salvini ritiene “sia la persona giusta al posto giusto. Rappresenta un uomo del fare, dopo i troppi No degli ultimi anni: penso al no alla Torino-Lione o al no alle Olimpiadi. Ora serve un sindaco del Sì, per far ripartire la città”. Si è parlato “del futuro della città e della regione, immaginando un grande piano di rilancio per il capoluogo. Un rilancio che dovrà essere economico ma anche culturale, imprenditoriale, sociale”, si legge in una nota. Stessi argomenti affrontati davanti a un caffè con il “bravo” governatore Alberto Cirio.

Damilano, intanto, nella sua prima uscita pubblica, seppur via web, ha fatto leva sul “coraggio” indispensabile ad affrontare la sfida dei prossimi anni: “Oggi è il momento di avere coraggio, e ognuno di noi deve dare il proprio contributo”, ha detto rivolgendosi alla platea virtuale. “I prossimi cinque anni saranno i più significativi per far ritornare Torino al suo ruolo nazionale e internazionale. Saranno anche anni di grandi opportunità, ci sara' una grande ripresa, un rimbalzo dell’economia. Andrà gestita questa e andranno gestiti i soldi del Recovery Fund”. “Oggi vedere la luce è difficile – ha aggiunto – ma io vedo una città che ha ancora mille risorse e un settore manifatturiero importante. Dal periodo post-olimpico abbiamo visto quanto Torino sia cambiata, siamo ormai visti come una città turistica, universitaria e mecca dell’enogastronomia. Sarà importante lavorare sulla creazione di relazioni, esperienza che ho fatto nella mia azienda, per far capire a livello nazionale e internazionale quali sono le nostre possibilità di sviluppo". E per questo ci vuole un candidato dal forte profilo manageriale, ragione per cui, a suo parere, pur dovendo tutti “eterna riconoscenza a Mauro Salizzoni per ciò che ha fatto nella sua professione, salvando moltissime vite” nutre seri dubbi che abbia altrettante competenze nell'amministrare il Comune: "Chissà se potrebbe essere anche un buon manager e un buon amministratore?”.

Damilano vuole scrollarsi di dosso la pesante ipoteca della Lega e rivendica la propria autonomia dai partiti. “Sono una persona libera e rappresento persone libere, la mia indipendenza è garantita. Il mio progetto è quello di creare una lista civica che deve rappresentare i cittadini che hanno contribuito alla crescita e alle esperienze fatte sul territorio, per governare la città in un momento di grandissima importanza per il futuro. Da parte dei leader del centrodestra ho visto interesse per un progetto di questo tipo. Nelle prossime settimane vedremo se e quante saranno le convergenze su questo progetto”. Da qui la sollecitazione: “Il centrodestra deciderà se unirsi al mio programma, e con chi vorrà metteremo a punto le idee e i progetti di sviluppo per far tornare Torino all’importanza e al lustro che aveva. Ma non credo neppure – ha aggiunto – che ci siano più una destra e una sinistra, quanto piuttosto delle persone di buona volontà che si mettono a disposizione dei loro territori. Io cerco persone con energia e visione, capaci di un dialogo costruttivo finalizzato alla ripartenza di Torino”. Apprezzabile l’intendimento, persino scusabili certe ingenuità dettate dall’inesperienza. E a dimostrazione di non avere pregiudizi di natura politica, esprire un giudizio nient’affatto negativo su Chiara Appendino: “Posso dare dal punto di vista dei conti un giudizio positivo. Se tu prendi in mano un’azienda fortemente indebitata, come è accaduto a lei con la città di Torino tutto è più difficile. Credo che Appendino abbia operato in maniera virtuosa. È mancata forse, ma per mancanza di risorse, la capacità di far sviluppare la città. Ma le risorse con il Recovery Fund arriveranno”.  E si augura che tocchi a lui spenderle.

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