VERSO IL VOTO

"Alleanza giallorossa per Torino"

Appendino proietta la vecchia maggioranza del BisConte per la guida del Comune. "M5s, Pd e Leu lavorino a un progetto progressista per contrastare il centrodestra". Una proposta che agiterà un po' le acque ridando fiato ai nemici di Lo Russo

Un’alleanza giallorossa per Torino. Chiara Appendino ripropone la maggioranza del BisConte in chiave locale e, quasi in zona Cesarini, invita Pd, M5s e Leu a mettersi al lavoro per dare corpo a un’intesa in vista delle elezioni comunali. La sindaca, intervistata da Repubblica, conferma di non volersi ricandidare alla guida della sua città, soprattutto per potersi difendere più liberamente ai processi che l’hanno coinvolta, ma fa il punto sul M5s e sulle sfide per il capoluogo sabaudo. E lancia una proposta destinata ad agitare le acque soprattutto nel Pd dove il fronte favorevole all’intesa con i 5 Stelle potrebbe trovare nuova linfa e rinvigorire la sua contrarietà a Stefano Lo Russo.

Appendino, il cui evidente scopo è quello di accreditarsi per i futuri assetti del Movimento 5 Stelle, vede con favore l’arrivo di Giuseppe Conte alla guida dei Cinquestelle: “Penso sia necessario: da forza di piazza, di protesta, siamo diventati una forza di governo che ha il dovere di trasformare i suoi ideali in azioni programmatiche. Bisogna guardare a quel che abbiamo fatto, come il reddito di cittadinanza, e a quel che resta da fare, ad esempio sui temi ambientali. Servono una nuova identità, una nuova formula organizzativa e nuove priorità. Sono molto felice che Conte si sia messo a disposizione. Dobbiamo aprirci: quando sono entrata nel Movimento avevo 25 anni, dobbiamo tornare a essere attrattivi come allora”. Per Appendino, Conte “ha una forza esterna e interna ai 5 Stelle che può farci fare questo salto”. Per Appendino, che si è esposta a favore del premier Mario Draghi, il M5s può fare da ago della bilancia. “Sono i temi come l’ambiente, le politiche di welfare, la mobilità sostenibile – spiega – a rendere il nostro un progetto progressista. Credo fortemente nell’esperienza del Conte 2 e non solo perché quel governo ha fatto molto per Torino. Vorrei che le forze che fino all’ultimo hanno tentato di tenerlo in vita si mettessero al lavoro su un progetto per questa città”.

È ancora presto, però, per individuare un nome, soprattutto dopo che il suo candidato della prima ora, il rettore del Politecnico Guido Saracco – partorito in combutta con l’altra parte del Chiappendino, l’ex sindaco e governatore Sergio Chiamparino – ha gettato la spugna. “Il nome viene dopo – conclude – il nome si trova, ma chiedo che senso abbia non avviare un percorso comune a partire da quel che è stato fatto, dai progetti in corso come il centro per l’intelligenza artificiale, la seconda linea della metropolitana, dai valori che ci accomunano. Soprattutto visto che qui non c’è il problema del sindaco uscente”. Appendino non vive come un’ingiustizia il doversi fare da parte. “È stata una scelta sofferta non ricandidarmi – ammette – ma sono certa sia quella giusta. L’ho fatta in piena autonomia. E anche se sono sospesa, mi sento di appartenere in pieno alla comunità del Movimento”.

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