VERSO IL VOTO

Damilano ingaggia Ventura

Il candidato sindaco del centrodestra corteggia l'ex ct della Nazionale, a lungo allenatore del Toro. Per lui si prospetta un posto di rilievo nella squadra di Torino Bellissima: assessore o alla guida della Sport Commission della città

“Lasciatemelo dire, questa è una libidine pura”. Non solo glielo avevano lasciato dire, ma era pure esploso un applauso quando Gian Piero Ventura, presentandosi ai tifosi aveva definito la sua avventura al Toro che quel giorno stava per incominciare. E pensare che era solo all’inizio. Poi sarebbe arrivata la promozione in seria A, la qualificazione in Europa League. Era il 6 giugno del 2011 quando firmò il contratto con Urbano Cairo

Dieci anni dopo, proprio negli stessi giorni, si parla di un nuovo incarico a Torino per l’ex ct della Nazionale. Ma non è quello di dirigente della squadra granata di cui si è vociferato nei mesi scorsi. Pronto a ingaggiare il settantreenne genovese, da qualche anno pugliese per recente matrimonio, non è Cairo, ma un imprenditore come lui e come lui con il futuro legato a doppio filo al successo della sua squadra. A Paolo Damilano, Ventura piace, sono amici di lunga data, si sono parlati e la trattativa sembra abbastanza avanti. L’avere nella sua formazione l’ex commissario tecnico, ma soprattutto l’ex mister dei granata, al candidato sindaco del centrodestra è un’idea gli frulla in testa da un po’ e gli piace sempre di più. Quando si parla di squadra non è affatto detto che si debba per forza parlare di un posto in giunta, anche se non è per nulla da escludere che il “civico” appena (e finalmente) investito ufficialmente della candidatura dai partiti del centrodestra, semmai diventerà sindaco decida che una poltrona dell’esecutivo possa trasformarsi in panchina. Un altro colpo, sempre sul terreno calcistico, dopo il recente endorsement di Sinisa Mihajlovic, successore proprio di Ventura sulla panchina del Toro.

Di certo l’imprenditore a quella stagione felice dei granata sotto la guida di Ventura è legato per molti motivi. Pochi mesi dopo l’ingaggio del mister, sempre nel 2011, Cairo e Damilano uno a fianco all’altro annunciarono nella conference room dello stadio il nuovo sponsor del Toro: l’acqua minerale Valmora, uno dei brand della famiglia Damilano. “La nostra collaborazione dura ormai da anni, la Valmora collabora da diverso tempo con il Torino in veste di fornitore e ora abbiamo fatto il grande salto”, spiegò il presidente. Portò bene quell’acqua, insieme al mister.

Destini incrociati quelli della squadra di calcio e di colui che un paio di lustri dopo quel brindisi analcolico sarebbe sceso in campo con l’obiettivo di promuovere il centrodestra, per la prima volta nella storia, a forza di governo della città. Una città alla quale il mister non perder occasione di rinnovare il suo affetto e i suoi legami, così come ha fatto ancora di recente quando si era parlato di un suo possibile ritorno, in altra veste, al Toro. Affetto ricambiato dai tifosi legati a quella stagione. E anche questo conta nelle urne. Se poi da lì dovesse uscire il risultato tale da portare Damilano a Palazzo Civico, lui su come utilizzare al meglio le qualità di Ventura sembra avere già le idee chiare.

Lo sport e dunque ovviamente non solo il calcio, come il cinema a Torino. Una Sport Commission catalizzatrice e attrattrice di eventi, così come lo è stato e lo è la Film Commission che l’imprenditore ha guidato con successo. E se Ventura non sarà assessore, chi se non lui a guidare questa "agenzia" dello sport nei piani di Damilano? Grandi eventi, ma anche sport diffuso, praticato. Con una regia di esperienza: Ventura non manca di ricordare i suoi esordi nelle giovanili della Sampdoria e poi una carriera da calciatore che non è andata oltre la serie C, chiudendola proprio in Piemonte alla Novese per poi aprire quella più fortunata, ma non meno difficile da allenatore. 

Mossa inattesa quella di Damilano che a fermarsi alle apparenze potrebbe anche essere ridotta a una risposta al centrosinistra, al Pd  che proprio a Torino ha pescato l’ex coach della nazionale di volley, Mauro Berruto per chiamarlo nella nuova segreteria di Enrico Letta affidandogli, ovviamente lo sport. E di Berruto si era parlato pure come di un possibile candidato sindaco nella fugace esperienza civica in Capitale Torino, dalla quale sarebbe poi uscito, piuttosto rumorosamente, per entrare di li a poco al Nazareno. 

La porta in faccia alla politica (quella che non lo avrebbe voluto cit della Nazionale) invece Ventura la sbattè in faccia. “Mentre andavo a firmare il contratto per la Nazionale, mi chiamarono per fermarmi. Mi dissero: bloccati perché c’è stato un intervento della politica”. Il Giglio Magico allora a Palazzo Chigi pare gli preferisse l’ex mister della Fiorentina Vincenzo Montella. Lui tirò dritto. Carattere duro. Quando, pochi giorni dopo l’ingaggio al Toro, litigò con Cairo il presidente gli disse: “Fermiamoci”. Poi, “il giorno dopo – ricorda l’ex ct – mi chiamò, ci vedemmo a cena e mi disse: mi dia una mano a diventare un grande presidente”. Dieci anni dopo quella richiesta gliel’ha fatto l’imprenditore che vuole diventare sindaco. Magari un grande sindaco.

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