SCIUR PADRUN

Confindustria torna in fabbrica

A Torino fusione con l'associazione delle aziende metalmeccaniche: nasce l'Unione Industriali (con la "i"). Così si supera un'anomalia del capoluogo piemontese e si archivia definitivamente il secolo ferrigno in cui la città ruotava attorno alla Fiat e al suo indotto

Unione industriale di Torino e Amma (l’associazione delle imprese metalmeccaniche) si fondono: la nuova realtà si chiamerà Unione Industriali Torino, con l’aquilotto di Confindustria come unico logo. Il plurale “Industriali” vuole sottolineare che tutti gli associati devono personalmente dare il loro contributo alla crescita economica e al progresso sociale del nostro territorio. Lo hanno deliberato i due Consigli Generali riuniti in seduta straordinaria, che hanno approvato la proposta di fusione tra le due associazioni.

“La fusione – si legge in una nota congiunta – consentirà al nostro sistema associativo di rispondere con ancora maggiore efficacia e prontezza alle esigenze delle imprese, le cui filiere produttive sono oggi il frutto di incroci tra settori un tempo distanti, ora sempre più interconnessi. Sarà, infatti, possibile mantenere elevata la qualità dei servizi presenti e futuri, ma nello stesso tempo semplificarne le modalità di accesso.

Il 6 luglio prossimo si terranno le assemblee private straordinarie dell'Unione Industriale e dell’Amma. Un'operazione di cui si parla dai tempi in cui al vertice di Confindustria Piemonte sedeva Gianfranco Carbonato. L'Amma in fondo rappresenta ormai un retaggio di una Torino che non esiste più, una città che nel secolo ferrigno ruotava attorno alla Fiat e al suo indotto e l'industria ruotava quasi esclusivamente attorno all'auto. Oggi invece il settore metalmeccanico è decisamente meno centrale, la Fiat è diventata Stellantis e il capoluogo piemontese rappresenta solo uno dei suoi centri, in più il Lingotto è uscito dall'Unione industriale già da tempo. Insomma, questa fusione consente di superare un'anomalia tutta torinese e allo stesso tempo di rafforzare via Fanti che dopo l'addio di Fca almeno torna a inglobare quel che resta del suo indotto e il resto delle aziende metalmeccaniche.

“In un momento in cui invochiamo l’urgenza di maggiore unità d’intenti tra le varie forze del nostro Paese e di semplificazione amministrativa, noi imprenditori dobbiamo essere i primi a dare l’esempio” afferma il numero uno dell’Unione industriale Giorgio Marsiaj. “L’Unione Industriali sarà in grado ancora più efficacemente di rappresentare verso le Istituzioni gli interessidegli industriali per ottenerne sostegno morale e materiale” gli fa eco il suo numero due Stefano Serra.

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