BOCCA DELLA VERITA'

Referendum sulla giustizia, anche il Piemonte in piazza

Oggi a Roma Salvini lancia la campagna per la consultazione popolare. Nella capitale parlamentari, sindaci e consiglieri regionali. Molinari: "Speriamo si uniscano a noi anche gli alleati". Tutto pronto per il 2 luglio quando partirà la raccolta firme

Mancano un paio di settimane, ma gazebo e militanti sono già pronti per venerdì 2 luglio quando la Lega darà il via alla raccolta delle firme per i referendum sulla giustizia. “Stiamo lavorando da giorni e la macchina è a punto” dice il segretario regionale Riccardo Molinari con la mappa in continuo aggiornamento dei banchetti “in tutto in Piemonte” dove la campagna referendaria ha un suo coordinatore nel sindaco di Omegna Paolo Marchioni.

A galvanizzare le truppe, semmai ce ne fosse bisogno, oggi ci penserà Matteo Salvini che nel pomeriggio sarà in piazza Bocca della Verità a Roma "per festeggiare il ritorno alla vita dopo mesi di chiusure e divieti, per dare voce a imprenditori, lavoratori, professionisti, personaggi del mondo dello spettacolo. Ma pure – come ha annunciato il leader della Lega – per parlare di giustizia”. Anche se l’Italia in zona bianca è ormai questione di ore, non è ancora il momento dei pullman pieni di militanti visto che l’accesso alla piazza è limitato a 2mila persone, ma dal Piemonte gli eletti – parlamentari, consiglieri regionali, sindaci – saranno in molti a partecipare alla manifestazione dalla doppia finalità come è stato messo in evidenza dallo slogan: “Prima l'Italia! Bella, libera, giusta”. 

Libera, almeno rispetto solo a qualche mese fa, dalla pressione della pandemia con le conseguenti misure restrittive spesso finite nel mirino di Salvini, ma anche giusta con evidente riferimento a ciò che si chiede sia attraverso quei sei quesiti da sottoporre a referendum. 

Responsabilità dei magistrati, separazione delle carriere, carcerazione preventiva, abrogazione della legge Severino, riforma del Csm, diritto di voto per avvocati e professori nei consigli giudiziari sulla valutazione professionale dei magistrati. Un referendum “di aiuto e stimolo a Governo e Parlamento”, come ha più volto spiegato il segretario della Lega rigettando accuse e critiche da parte di chi, come nel caso del Pd e dei Cinquestelle, contesta l’iniziativa spiegando che suona come messaggio di sfiducia al Governo. Un no, quello dei dem, che non rappresenta tutto l’elettorato una parte del quale condivide il senso delle riforme proposte al giudizio popolare dalla Lega, ma anche dai Radicali cui in verità il partito di Salvini si è unito in seguito.

La gran parte, se non la totalità, del partito di Silvio Berlusconi quei temi oggetto della richiesta di consultazione popolare li condivide e li propugna da sempre. Non è, dunque, un caso se Molinari parlando della fase preparatoria alla raccolta di firme non nega di auspicare che “anche gli alleati, incominciando da Forza Italia si uniscano a noi firmando la richiesta di referendum e magari anche dando una mano dal punto di vista organizzativo”. Un messaggio chiaro che non è affatto detto non venga raccolto. “Sarà un lavoro lungo che ci impegnerà fino a settembre”, ammette il segretario regionale che spiega come “oltre ai gazebo nei fine settimana, l’operazione si allargherà anche nei Comuni, mobilitando i nostri consiglieri”.

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