GRANA PADANA

Fuoco "amico" su Preioni. Manovre leghiste nel Vco

Cresce il fronte attorno al sindaco di Domodossola Pizzi in vista delle prossime elezioni. Grossi rischi per il Carroccio e la débâcle ricadrebbe sul capogruppo e il suo mentore Montani. Pronto a tornare in campo l'ex Dc Zanetta (e la figlia)

Avviso ai naviganti nelle tumultuose acque della Lega: tenere d’occhio le sparate di Alberto Preioni, ma non di meno il fuoco amico che ha già preso a colpire lo sgarzolino capogruppo del Carroccio salviniano a Palazzo Lascaris. Si potranno, così, leggere più chiaramente gli accadimenti e le strategie che segneranno la campagna elettorale per le comunali di Domodossola, città del suo feudo, e altri che probabilmente seguiranno valicando i confini ossolani.

Non c’è, nei giorni travagliati dell’uomo alla guida (spericolata) dei consiglieri leghisti, soltanto la vicenda del punto nascite cittadino che ha portato pochi giorni fa tre eletti in consiglio comunale ad uscire dal partito, schierandosi con il sindaco, l’ex forzista poi molto vino alla Lega e ora ormai autonomo Fortunato Lucio Pizzi. Meno noto, ma non meno rovinoso l’inciampo preionesco che ha coinvolto e parecchio adirato uno che le strade della politica le percorre da decenni con in tasca la mappa un po’ ingiallita ma sempre valida conservata dai tempi della Dc.

Raccontano di un Valter Zanetta, allevato nell’ormai attempata Balena Bianca e leghista della penultima ora, che non avrebbe affatto digerito la sola (alla romana) rifilatagli da Preioni il quale gli aveva garantito un posto nella Compagnia di San Paolo, senza poi evidentemente riuscire a mantenere l’impegno. Per l’ex senatore a digiuno di incarichi da quasi dieci anni, dopo il fallimento del suo referendum per la secessione del Verbano-Cusio-Ossola dal Piemonte e contestuale annessione alla Lombardia, sarebbe stata una gran bella rentrée. Assai poco o punto l’ex parlamentare ha dato peso all’ulteriore assicurazione del capogruppo che avrebbe prospettato un’altra poltrona, stavolta nella Fondazione Crt.

L’asteroide nascente della Lega non ne azzecca una e colpisce demolendo laddove vorrebbe costruire. Incominciando proprio dal giardino di casa. Dove sta crescendo, attorno al sindaco e sull’onda della questione sanitaria, una formazione civica di centrodestra guardata con molta attenzione dalla borghesia domese che potrebbe tagliar fuori la Lega e, politicamente, la testa a Preioni, mettendo anche verso l’angolo il suo riferimento parlamentare e territoriale  Enrico Montani.

Un insuccesso della Lega alle comunali finirebbe sulle spalle del capogruppo in consiglio regionale minando il terreno per una sua ricandidatura. C’è anche questo, mentre le pallottole del fuoco amico fischiano sempre più vicine alle orecchie di Preioni e si prefigurano scenari futuri dove spunterebbe nuovamente Zanetta, non più legato alle promesse, bensì al futuro del suo mancato sponsor. E pure a quello della di lui figlia. Francesca Zanetta, oggi componente della commissione centrale di beneficienza della Fondazione Cariplo, sarebbe figura su cui la Lega, liberata dalla coppia Preioni-Montani, potrebbe puntare sia per la Camera, sia per la Regione. Così come per un balzo in Regione sarebbe favorito dal successo elettorale e dalla messa all’angolo di Preioni, lo stesso sindaco Pizzi. 

Tempi duri per il capataz leghista dell’Ossola che inanellando topiche, tra cui la proposta per la presidenza del Parco della Valgrande di Luigi Spadone, nomina bocciata in commissione e poi ritirata dal ministro, e inciampando ogni due passi mette sempre più in allarme gli stessi vertici regionali del partito. “Non tradirò mai l’Alberto da Giussano, Matteo Salvini e Riccardo Molinari”, ha ripetuto in un video pochi giorni fa. Basterà questo giuramento di fedeltà per evitare di saltare su un terreno dove le mine le semina lui stesso come Willy Coyote?