EMERGENZA COVID

Scatta il Super Green Pass:
più vaccini e meno tamponi

Esordio, tra attese e polemiche, del nuovo "lasciapassare" verde. Il Piemonte aumenta i centri vaccinali, ma serve più personale. Icardi rilancia la linea Zaia: stop ai test per i No Vax negli hub pubblici

Più personale sanitario a vaccinare e meno a fare tamponi. È uno degli effetti prodotti dal Super Green Pass, il “lasciapassare” rafforzato e riservato soltanto a chi è vaccinato o guarito dal Covid che entra in vigore oggi segnando una decisa differenza negli accessi a una serie di luoghi e attività tra chi lo possiede e chi, invece, rifiutando il vaccino e continuando a fare i test, si dovrà accontentare del Green Pass semplice con ulteriori pesanti limitazioni.

Sul primo punto non c’è il minimo dubbio: l’incremento degli hub vaccinali con ulteriori aperture in tempi brevissimi su tutto il territorio regionale è al primo posto nell’ordine del giorno della riunione odierna del Dirmei. In Piemonte la risposta agli obiettivi indicati dal commissario Francesco Paolo Figliuolo è stata rapida e positiva, pur dovendo ancora accelerare e in fretta: sabato le terze dosi somministrate erano 26.131 su un totale di 31.901, a fronte di una soglia fissata tra le 30mila e le 35mila somministrazioni quotidiane, ieri i numeri sono stati inferiori fermando il totale a 22.232 di cui 18.079 terze dosi.

Dal vertici di oggi si attende, dunque, una mappa aggiornata dei centri vaccinali in grado di mantenere gli obiettivi fissati e far fronte all’afflusso di quelle categorie professionali, come il personale del comparto sicurezza e quello scolastico, per le quali l’obbligo vaccinale scatterà il prossimo 15 dicembre. Dal giorno dopo sarà possibile (e fortemente consigliato dai pediatri) vaccinare i bambini dai 5 agli 11 anni, fino ad ora esclusi dalla campagna di immunizzazione. E anche questo afflusso deve avere una risposta efficace. Pochi giorni fa il presidente della Regione Alberto Cirio aveva parlato di hub dedicati ai bambini o un utilizzo di quelli già attivi in giorni e orari riservati alla vaccinazione infantile.

Come accade da quasi un anno a questa parte, ovvero dalle prime somministrazioni dei vaccini, il problema maggiore non è quello delle strutture, bensì quello del personale, sempre insufficiente per non gravare in maniera molto pesante sul sistema sanitario – dai distretti agli ospedali – chiamato nel contempo a un forte impegno per ridurre le liste d’attesa e recuperare milioni di prestazioni rallentate o più spesso del tutto saltata nei due anni della pandemia. “Dobbiamo recuperare ulteriori risorse professionali per gli hub vaccinali”, ribadiva ancora ieri l’assessore alla Sanità Luigi Icardi confermando uno dei punti di più difficile soluzione sul tavolo del vertice di oggi al quale, come tutte le settimane, parteciperà anche il governatore. 

Legato strettamente alla necessità di trovare medici e infermieri per incrementare il numero giornaliero di vaccinazioni, ma non di meno proprio all’introduzione del Super Green Pass c’è il tema dei tamponi. A Icardi non dispiace affatto la linea annunciata dal governatore del Veneto Luca Zaia: stop ai test nelle strutture pubbliche per chi non rientra nelle categorie a rischio, così come a chi non presenta sintomi, insomma basta ai tamponi a chi li richiede per evitare il vaccino.

Zaia ha spiegato la sua decisione con la necessità di non impegnare medici e infermieri per consentire ai No Vax di avere il Green Pass, sottoponendosi al tampone molecolare ogni 72 ore o a quello antigenico ogni 48. “Sono d’accordo con la scelta fatta in Veneto, e lo proporrò anche io lunedì alla riunione del Dirmei”, aveva detto l’assessore, pochi giorni fa. Un po’ meno convinto della linea Zaia sarebbe il suo collega Cirio, cauto nell’imboccare una via che non potrebbe che essere accompagnata da polemiche e forse proteste da parte di chi si ostina a non vaccinarsi, ma non può fare a meno del Green Pass, sia pure nella versione ridotta rispetto a quella che entra in vigore oggi. A sostegno del modello Veneto c’è anche la ridotta attendibilità (nota da sempre) dei tamponi antigenici, quelli maggiormente usati per il Green Pass temporaneo. A fronte dell’attuale livello di contagi, gli stessi epidemiologi avrebbero sollevato più di una perplessità su loro utilizzo massivo, come sta accadendo ora. Resta il fatto che di fronte alla scelta se rafforzare e velocizzare la somministrazione delle Terze dosi e partire senza difficoltà con l’immunizzazione dei bambini, oppure mantenere inalterata l’offerta di tamponi finalizzati al Green Pass per i No Vax, la risposta appare scontata.

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