POST EMERGENZA

In Piemonte la terza età corre verso la quarta dose

Mentre nel resto del Paese i numeri sono bassi, gli ultraottantenni piemontesi rispondono in percentuale molto alta alla chiamata. Allarme del ministero che scrive alle Regioni. Perché il nostro modello funziona. Cirio e Icardi: "Tutti convocati entro fine mese"

Solo in Piemonte la terza età corre verso la quarta dose. È una controtendenza positiva quella che emerge dai numeri sul secondo vaccino booster previsto per gli ultraottantenni, nonché per le persone con patologie o situazioni cliniche che ne determinano una fragilità. Rispetto al resto del Paese il Piemonte è decisamente avanti con oltre 160mila dosi già somministrate su una platea 379.802 over ottanta, pari a circa il 42% del totale. Cifre molto avanti rispetto a tutte le altre regioni, anche quelle più affini geograficamente e per numero di abitanti. Basti notare che il Veneto, con una popolazione quasi sovrapponibile a quella piemontese, è ancora ben al di sotto del 10%, la Lombardia poco sopra l’11%, suppergiù a questi livelli anche l’Emilia-Romagna, la Toscana e il Lazio con cifre decisamente ancor più basse al Sud con il Molise fanalino di coda attorno al 5%.

Una scarsa risposta alla campagna vaccinale che ha fatto scattare l’allarme al ministero e alla struttura che ha raccolto l’eredità, nel post emergenza, del generale Francesco Paolo Figliuolo. E proprio del successore di Figliuolo, il generale Tommaso Petroni e del segretario generale del dicastero della Salute Giovanni Leonardi porta le firme la lettera inviata alle Regioni nella quale si sollecita a “rafforzare con immediatezza le campagne di informazione pubblica sulla utilità̀ delle dosi aggiuntive, coinvolgere direttamente e senza indugi i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta nella campagna vaccinale e rafforzare da subito il sistema della chiamata attiva dei singoli cittadini interessati alla somministrazione”.

Misure ritenute indispensabili per fronteggiare quella troppo bassa affluenza ai centri vaccinali che, come si legge nella lettera, “oltre a compromettere la salute dei singoli, mette sistematicamente a rischio le strutture ospedaliere, impegnate, attualmente, nel recupero del trattamento delle patologie differite causa pandemia”. 

Il forte richiamo arriva anche in piazza Castello e in corso Regina Margherita, seppur di fronte al risultato della campagna vaccinale in corso risulti di fatto superfluo. Alcune delle raccomandazioni sono state messe in atto in Piemonte fin da subito, già nel corso della somministrazione della terza dose.  È il caso della chiamata diretta attraverso gli sms. Una scelta ripetuta per la quarta dose proprio sulla scorta degli ottimi risultati precedenti. E questo ha avuto come conseguenza la decisione di non utilizzare i medici di famiglia per il secondo booster negli over 80, concentrando tutto sui centri vaccinali. Forse, anche questo ha pesato sulla notevole risposta da parte degli anziani, con oltre il 70% dei contattati che si è sottoposto, fino ad oggi, alla vaccinazione.

Sulla scorta di questo andamento, il governatore Alberto Cirio e l’assessore Luigi Icardi pongono come obiettivo il completamento delle convocazioni di tutta la platea degli ultraottantenni e dei fragili entro la fine del mese. E si ragiona già guardando all’autunno quando potrebbe essere disponibile, come spiega Icardi dopo un incontro con esperti della casa farmaceutica Sanofi-Pasteur, “un vaccino booster eterologo, utilizzabile come richiamo indipendentemente dal tipo di immunizzazione ricevuta in precedenza. Questo renderebbe ancor più semplice e rapida la prevenzione contro il Covid, con copertura anche per le ultime varianti Omicron. Un altro aspetto importante di questo vaccino – spiega l’assessore – è la temperatura di conservazione, uguale a quella prevista per il classico vaccino antinfluenzale e quindi molto gestibile anche dai medici di famiglia e dalle farmacie”.

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