VERSO IL VOTO

"Cirio non è imbattibile", il Pd ci crede

Oggi il gruppo dem si ritrova nel Roero per pianificare l'autunno caldo a picconare il governatore del Piemonte. Dai mercati agli ospedali: parte un nuovo tour di ascolto in tutte le province. Inizia così la lunga corsa verso il 2024 e Valle scalda i motori

Alberto Cirio si può battere. Lo dicono i numeri ma anche una “gestione fallimentare del Piemonte” in questi tre anni abbondanti di legislatura. In un meeting organizzato nella tana dell’orso, tra le dolci colline del Roero, patrimonio Unesco e fortino elettorale del governatore, il gruppo dem a Palazzo Lascaris si ritrova oggi per pianificare una strategia di attacco. Intensificare l’opposizione in aula ma soprattutto fuori, ascoltare, battere il territorio, ascoltare i piemontesi per stlare una carta delle priorità. “Verso il 2024” è  il titolo che campeggia sul documento che viene presentato in mattinata dal capogruppo Raffaele Gallo per inaugurare i lavori prima di trasferirsi a tavola nel suggestivo ristorante Miralanghe di Guarene.

La contendibilità del Piemonte è certificata proprio dall'ultima tornata elettorale. Alle politiche, in cui il centrodestra ha toccato il suo punto più alto, la somma di centrosinistra, grillini e terzo polo in termini assoluti valeva di più. La coalizione capitanata da Fratelli d’Italia in Piemonte ha ottenuto infatti “solo” 968.839 voti; il centrosinistra si è fermato a poco più di 600mila, il Movimento 5 stelle a 216mila e Carlo Calenda è arrivato a 181mila. In totale oltre un milione di voti. Certo la somma in politica non fa mai il totale e resta l’incognita delle alleanze, un quadro politico che – di qui a un anno – potrebbe essere sconvolto, una lunga fase congressuale che coinvolgerà il Pd con ricadute su alleati conclamati e potenziali. Ma resta, in uno scenario che più incerto non si può, anche la consapevolezza che “la partita non è ancora persa”.

Ne è certo Gallo, sempre più in versione da combattimento, che definisce “disastrosa” l’azione della giunta Cirio. Il tallone d’Achille è senza dubbio l’edilizia sanitaria: nessuno dei progetti lasciati in dote da Sergio Chiamparino è andato avanti, anzi. È tutto malauguratamente fermo: bloccato per tre anni e mezzo dalle camarille locali, dalla pandemia, dall’aumento dei prezzi ma soprattutto dall’incapacità di una giunta che ora si ritrova con ospedali che cadono a pezzi e senza lo straccio di un progetto definitivo per realizzarne di nuovi. Il Parco della Salute di Torino è solo la punta dell’iceberg, la situazione a Novara, se possibile, è ancora più complessa dopo la prima gara andata deserta, del nuovo ospedale del Vco non si sa più niente, a Ivrea ancora si discute se sia migliore il piano all’interno della città o quello fuori, a Torino Sud dopo aver mandato gambe all’aria il compromesso trovato sotto l’egida della legislatura scorsa dai Comuni della zona ora sembra si vada verso l’ipotesi di un nuovo nosocomio a Cambiano. Ma nulla è ancora stato deciso. Intanto il tempo passa. Cirio sa bene che su questo si gioca l’osso del collo e infatti continua a chiedere agli alleati di rinforzare la squadra con innesti di valore in alcune caselle strategiche, ma al momento non se n'è fatto nulla e lui continua a far fuoco con la legna che ha.

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Nonostante la crisi energetica sarà un autunno caldo e così anche l’inverno: “Andremo nei mercati e anche davanti agli ospedali per raccontare cosa sta facendo questa amministrazione, anzi cosa non sta facendo” assicura Gallo che già aveva coordinato il Tour Dem iniziato lo scorso marzo e finito a settembre: 15 appuntamenti su tutto il territorio regionale, oltre mille persone coinvolte. Di qui la decisione di far partire un nuovo giro di incontri, questa volta “di ascolto”, tra ottobre e dicembre, per poi arrivare alla primavera-estate del prossimo anno a elaborare le proposte che arriveranno da cittadini, stakeholder, corpi intermedi della società ed elettori.

Tra i punti cardine di questa fase anche il rapporto con le altre forze di opposizione in una interlocuzione che dovrà proseguire fino alla campagna elettorale per arare il terreno di un campo largo fondamentale per prevalere contro il centrodestra. Resta l'incognita del candidato presidente che dovrà sfidare Cirio. L’esito del congresso nazionale e poi, a cascata, di quello regionale non sono variabili indipendenti rispetto a una scelta che è ancora presto per essere ufficializzata. Nel gruppo, tuttavia, c’è già una sostanziale unanimità (con la sola eccezione di Monica Canalis) attorno al nome di Daniele Valle, da poco diventato vicepresidente del parlamentino piemontese. Sarà lui a sfidare Cirio – o chi per esso – tra un anno e mezzo? A oggi non esistono alternative. A oggi.

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