PASSAPAROLA

Pdl, Padel o Lsd: un Pd da ridere

Tra il serio e il faceto si discute sulla proposta del sindaco di Bologna Lepore: "Cambiamo il nome, deve richiamare il lavoro". Ma gli acronimi sono tutti un tantino imbarazzanti o addirittura esilaranti. E c'è chi pensa a un referendum tra i militanti

Nomina sunt consequentia rerum, ammoniva il Sommo. Vallo a spiegare a quelli del Pd che partono dall’insegna per poi decidere il tipo di mercanzia da vendere. E così tra il serio e il faceto la fervida creatività si sbizzarrisce in soluzioni a dir poco comiche. “Ho proposto di cambiare nome al Pd, facendolo diventare Partito Democratico e del Lavoro, le parole democrazia e lavoro sono importanti” sentenzia Matteo Lepore, sindaco di Bologna. A chi gli fa notare che l’acronimo riprenderebbe quella partorita sul predellino da Silvio Berlusconi, Pdl (che all’epoca stava per popolo delle libertà) mette le mani avanti: “Allora no, a questo punto potrebbe essere PaDeL”, tipo quella sottospecie di tennis definito dal grande Nicola Pietrangeli “il trionfo delle pippe”.

Vabbé, tra pipe situazioniste magrittiane – Ceci n'est pas une pipe – e pippe politiche che hanno fatto sprofondare la sinistra nel baratro, la proposta del primo cittadino felsineo è “una cosa seria”, giura ai microfoni di Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, intervistato da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro. “Al di là del nome la mia non è una proposta di marketing ma di merito. Potremmo chiamarci anche Laburisti Democratici, con l’acronimo LabDem”, ha aggiunto provocando inconsapevolmente un’altra battuta. Se vi chiamaste Laburisti e Socialisti Democratici – ha scherzato il conduttore – potreste abbreviare il vostro nome in Lsd... “Anche, quello aiuterebbe a trovare la strada”, ha risposto ironico Lepore. Che poi ha aggiunto: “Qualcuno oggi ha proposto di fare un referendum sul nome”. Non le sembra esagerato? “Credo che far partecipare le persone per dire al Pd che deve tornare ad occuparsi di lavoro sarebbe una buona cosa. Lo Statuto prevede che si possa scegliere anche una proposta come questa per parlare dei contenuti e non solo dei nomi dei segretari e dei capi corrente”. Ceci n'est pas un parti.

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