ECONOMIA DOMESTICA

Caro prezzi, guerra e clima: anche l'agricoltura soffre

Si riduce il valore aggiunto del settore agricolo piemontese rispetto agli anni pre pandemia. Carenini (Cia): "Aumenta l'incertezza, da soli non si va da nessuna parte". I dati della ricerca Ires

Nel 2021 il valore aggiunto del settore agricolo piemontese era di 1,95 miliardi contro i 2,1 del 2018. Il valore della produzione a prezzi correnti cresce del 6,5% ma a fronte di un aumento dei consumi intermedi dell’11,5%, dinamica influenzata dal rincaro delle materie prime. E prosegue il calo del numero delle aziende, 49.632 nel terzo trimestre 2022, con un -1,5% rispetto all’anno precedente, con una forte diminuzione di quelle più piccole mentre tengono quelle medie e grandi. Sono alcuni dei dati illustrati agli Stati generali dell’Agricoltura in Piemonte, promosso da Cia, che evidenziano l’impatto di fenomeni come la pandemia, i cambiamenti climatici, le conseguenze della guerra.

Dalla ricerca dell’Ires emerge poi che nel 2022 sono poco più del 14% le aziende agricole gestite da under 40, ma anche che l’agroalimentare ha buoni risultati sul mercato estero con un aumento del 15% nel 2021, che porta il settore a 7,56 miliardi. In aumento (+8%) anche le importazioni. Il settore agricolo risulta invece importatore netto con 556 milioni di export e un import di 2,35 miliardi, con valori in crescita rispettivamente del 6,2 e 10,5%.

“Viviamo – sottolinea Gabriele Carenini, presidente Cia Piemonte e VdA – una stagione di cambiamenti repentini che alimentano l’incertezza sul futuro e da soli e per comparti stagni non si va da nessuna parte. È un momento di vulnerabilità del sistema, c’è la necessità di capire quale sia la situazione più sostenibile per la sopravvivenza delle aziende e non c’è tempo da perdere. Gli spunti di oggi serviranno a segnare una rotta affinché la nostra agricoltura piemontese sia forte in Italia e in Europa”. “Chiediamo pragmatismo e velocità nelle scelte dei decisori politici”, conclude Carenini sottolineando che “l’agricoltore è un motore per lo sviluppo e ci vogliono sinergie”.

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