La mia verità sul Movimento 5 stelle

La mia sola colpa è stata fare domande e chiedere spiegazioni e chiarimenti su una questione importante e delicata come l'utilizzo dei fondi utilizzati nella scorsa legislatura dal gruppo regionale. Ho solo chiesto più trasparenza, senza mai diffamare nessuno

Gentile Direttore, 
 
Apprendo dall’articolo intitolato “Ammonito” il capogruppo M5S di Torino, apparso il 20 novembre su questo quotidiano online, dell’esistenza di un approssimativo verbale riguardante l’assemblea riservata ai soli cittadini portavoce, che è stata fatta il 13 novembre 2014 a Beinasco.
 
Ordine del giorno: “chiarimenti e linee guida eletti M5S per evitare schizzi di merda interni”. (cito testualmente quanto scritto da Marco Marocco, consigliere comunale a Chivasso e consigliere della città metropolitana). Mi sembra , quindi, doveroso offrire dei chiarimenti per amore della verità.
 
Leggo “a un passo dall'espulsione anche il consigliere di Pianezza Perino” e mi trovo costretto a spiegare ai miei elettori che la mia sola colpa è stata fare domande e chiedere spiegazioni e chiarimenti. Per un MoVimento che fa della trasparenza una sua bandiera non può certo essere motivo di espulsione.
 
Sono stato escluso da una mailing-list e non espulso dal MoVimento 5 Stelle e ciò non modificherà il lavoro che insieme al mio gruppo di attivisti sto facendo per il territorio da anni. Tra l'altro ho chiesto chiarimenti su articoli apparsi nel tempo sia sui media che sul web. Tutta roba già saputa e risaputa.
 
Ad esempio ho chiesto a Davide Bono una sua spiegazione su quanto è successo dopo aver chiesto un parere pubblicamente nell’agosto del 2011 nel forum del M5S Piemonte agli attivisti iscritti sull’opportunità di disporre dei fondi, messi a disposizione dalla Regione Piemonte per il funzionamento del Gruppo Consiliare del MoVimento 5 Stelle, allo scopo di realizzare una serie di clips TV.
 
Ricordo la sentenza che investì Defranceschi M5S e riportata dal Blog di Beppe Grillo in data 12 ottobre 2014 che recita quanto segue : “Per la Corte dei Conti le spese per l'acquisto di spazi di comunicazione politica “risultano essere palesemente contra legem, in quanto l'ordinamento ha tipizzato, nella veste del messaggio politico autogestito, l'unica forma possibile di cessione a titolo oneroso di spazi di comunicazione politica sulle emittenti locali, escludendo e vietando la cessione a titolo oneroso di spazi di informazione, in quanto la stessa risulterebbe in evidente contrasto con i principi posti a tutela del pluralismo dell'informazione, primo fra tutti quello della parità di trattamento”. (LEGGI QUI E QUI)
 
Da un articolo apparso su ilGiornale.it, infatti, si apprende quanto segue: “i grillini per la stagione 2011/2012, hanno sottoscritto un contratto da diecimila euro col network locale Bouquet tv, specializzato in cucina, ricette e gastronomia ma aperto anche all'informazione politica per «n. 100 clips di circa 3 minuti cadauna», si legge nel contratto pubblicato sul forum del M5S Piemonte. Il titolare della Bouquet tv si chiama Raffaele Minervini, ed è spesso lui ad intervistare i politici che comprano spazi nella sua tv” (LEGGI QUI E QUI)
 
Ad una analisi, da non addetto ai lavori, né nelle rendicontazioni online delle spese di funzionamento del Gruppo Consiliare né in quella nell'area dedicata ai “Progetti 5 Stelle” ho trovato traccia di Bouquet TV relativamente al 2011 e 2012. Bouquet TV tuttavia appare nelle spese per la campagna elettorale relative alle elezioni regionali del 2014. Personalmente da imprenditore se non mi avessero pagato una fattura da diecimila euro non credo proprio che avrei accettato un lavoretto da circa duemila dal cliente che mi ha “bidonato”.
 
La mia è stata una semplice richiesta all’ex capogruppo del Movimento 5 Stelle Piemonte Davide Bono di rendere noto:
 
- a chi fu intestata la fattura della Bouquet TV di Raffale Minervini relativa alle 100 clips,
- da chi fu pagata
- con quali fondi.
 
Voglio anche specificare una modifica che ho richiesto sul verbale. Nell’ultimo paragrafo le parole “reo confesso” devono essere sostituite con “accusato” e il testo risultante è il seguente: “Perino è ACCUSATO di aver inoltrato ad attivisti e neogruppi, mail diffamatorie finalizzate a minare la stabilità del M5S provinciale ed al contempo la credibilità di un Consigliere regionale del M5S”.
 
Non è mai stato un mio metodo mandare mail diffamatorie. Ho sempre sentito, come dovere, la necessità di esternare le richieste che mi venivano dalla base degli attivisti e con la opportuna insistenza. Mai nulla di diffamatorio. La mia intransigenza, quindi, è frutto di un estremo disappunto nel veder disattesi i principi fondanti del movimento che sono: trasparenza e fiato sul collo. Ritengo di non aver fatto nulla di più che ottemperare ai canoni che abbiamo sottoscritto e accettato al momento delle rispettive candidature. Quindi non capisco la reazione stizzosa dei nostri Portavoce.
 
Devo, peraltro, specificare che tutto è avvenuto in una riunione segreta a cui gli attivisti non hanno potuto accedere e, quindi, porre le stesse domande che, precedentemente, molti avevano rivolto al sottoscritto in qualità di eletto. Tanto dovevo per correttezza perché non mi appartiene diffamare alcuno ma se domandare è lecito rispondere è cortesia.
 
Buona giornata e in alto i cuori
 
* Consigliere comunale M5s di Pianezza (Torino)

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