Troppa retorica sul sisma
Bruno Murialdo, Alba 11:52 Venerdì 26 Agosto 2016 0Se invece di tante parole vuote ci si impegnasse a seguire i lavori di costruzione, se i media denunciassero gli abusi e le ruberie, molti squali finirebbero nelle rete e non si potrebbero più nutrire delle tragedie altrui
Il circo mediatico interrompe la crisi di notizie di ferragosto e si catapulta sul terremoto con voracità, riempiendo le pagine dei giornali e le serate televisive, delle vere e proprie maratone che lasciano il tempo che trovano. Giovani giornalai e televisioni da salotto inviate sul posto, scorrazzano indisturbate tra le macerie del terremoto alla ricerca dello scoop da sbalordire per accontentare i loro “mediocri” direttori che scalpitano nelle redazioni per dare la notizia o la palla dell’ultima ora. Intanto i salotti dei talk si riempiono di competenti, di maghi delle scossa sismica che rilasciano dichiarazioni da incubo o soluzioni orripilanti per trovare la soluzione a un problema che soluzioni non ne ha. In seguito ci pensano i buonisti, gli intellettuali del discount ,quelli della verità in mano a dire la loro sul dolore dei terremotati, sulle colpe di Renzi e quelle di Berlusconi, sulle case vecchie che sarebbero da abbattere e su quelle nuove che non stanno su, sul sugo all’Amatriciana da proporre ai ristoranti stellati, a disquisire sulla dolce vita dei profughi in hotel o alberghi mentre gli Italiani muoiono. E la nave va, come diceva Fellini, finché non trova un molo dove approdare dolcemente.
Purtroppo questa è l’immagine che la nostra informazione regala al mondo, un’informazione offuscata, triste dove la verità non è cercata attraverso le persone che sono impegnate a salvare vite umane intrappolate tra le macerie o tra i vigili del fuoco, poliziotti e volontari molto spesso mal pagati che sono la vera immagine di questo paese, persone silenziose che operano sopra ogni polemica per fare il loro lavoro nel migliore dei modi. Questo è il paese che conta, quello che sa stare fuori dalle pagine cineree di un giornale o dalle dirette televisive; gente che non dorme e non mangia per scavare tra le macerie fino all’ultimo respiro. Non sarà certo l’ultima volta che un sisma lacererà la vita e la storia di una regione, ce ne saranno altri e altri ancora perché questo paese è un paese che frana, che non resiste alle scivolate delle sue placche sotterranee, un paese sismico da Nord a Sud che dovrebbe far riflettere tutti gli addetti alle manutenzioni e alla costruzioni, a realizzare case scuole o uffici che resistano ai terremoti o ai vari cataclismi con i quali questo paese convive. Se invece di tante parole vuote ci si impegnasse a seguire i lavori di costruzione, se i media denunciassero gli abusi e le ruberie con inviti e dirette, molti squali finirebbero nelle rete e non si potrebbero più nutrire delle tragedie altrui, forse si eviterebbero molte lacrime e tanta disperazione e molte inutili e false dirette e indirette.