La scuola degli asini

La decisione del Governo italiano di vietare le bocciature alle elementari e alle medie inferiori e di facilitare ancor più l’esame di Stato eliminandone la terza prova scritta è il colpo finale sull'istruzione

L’ultimo attacco all'Italia, per adesso... Non bastava l’euro che ci ha impoverito, che ci ha fatto perdere il 25 per cento di Pil, chiudere/vendere industrie di successo, che ha provocato il suicidio di migliaia di lavoratori autonomi caduti in disgrazia economica, che ha fatto tagliare servizi pubblici ed assistenza, etc. Non bastava nemmeno l’invasione continua ed incontrollata di clandestini da alloggiare e mantenere a spese nostre, alla faccia dei bisognosi nostrani, dei giovani disoccupati o precari, di quelli che devono emigrare per trovare lavoro. Non bastavano nemmeno le assurde decisioni Ue su agricoltura, pesca, zootecnica, e nemmeno le assurde sanzioni alla Russia che penalizzano in primis l’Italia.

Ecco quindi che arriva quello che potremmo definire il colpo finale su quanto abbiamo di più prezioso e che può costituire la nostra sola speranza per il futuro: i giovani italiani, la loro educazione ed istruzione.  È di questi giorni infatti la decisione del Governo italiano, guidato dal giovin fiorentino, di vietare le bocciature alle elementari e alle medie inferiori e di facilitare ancor più l’esame di Stato eliminandone la terza prova scritta. Non ce n’era proprio bisogno: la decadenza educativa e culturale media dei nostri ragazzi è già da anni evidentissima. Stanno lì a dimostrarlo non solo le percezioni soggettive degli addetti ai lavori e di chi ha a che fare con il mondo della scuola, ma anche le prove oggettive costituite dai risultati delle prove Invalsi sulle due grandi aree di competenza, la comprensione di un testo e la padronanza matematica in situazioni concrete.

L’immissione massiccia a scuola di bambini e ragazzi di etnia non italiana, con evidenti difficoltà linguistiche e di comprensione, già ora causa difficoltà didattiche per docenti e discenti. In futuro, se va in porto la proposta governativa, non saranno più recuperabili con la ripetizione della classe e si perpetueranno quindi nei seguenti cicli di studio. Chi ne avrà la possibilità manderà i figli alle scuole private, che non avranno simili problemi, catalizzando così il già accentuato processo di polarizzazione della società che impedisce la promozione sociale ai ceti meno abbienti: ricchi sempre più ricchi, poveri sempre più poveri.

Che la situazione scolastica sia disastrosa da ormai troppi anni è stato oltremodo dimostrato dagli esiti degli scritti al concorso scolastico per entrare nei ruoli statali: circa la metà degli aspiranti docenti non è stata ammessa alle prove orali! Questo dimostra che è molto difficile recuperare il danno subito in età adolescenziale, anche pur proseguendo gli studi all’università. Perché quindi prendere decisioni così deleterie? Perché demotivare tutti a studiare, specialmente i più bravi, abbassando ancor più il livello di preparazione dei nostri giovani, proprio negli anni più importanti della loro crescita formativa?

La spiegazione è evidente: i poteri forti mondiali (Trilateral, Bilderberg, grosse banche e multinazionali) sono riusciti ad imporre i loro maggiordomi ai vertici dei governi affinché essi snaturino le identità e le culture delle popolazioni europee, trasformandole in indistinti meticciati facilmente influenzabili (piano Kalergi), senza valori consolidati comuni, con sessualità indistinta (ideologia gender, genitore 1 e genitore 2), con gli stessi gusti, cui vendere le stesse cose in un mercato unico mondiale (TTIP, Ceta) in cui dominino i pesci grossi e quelli piccoli vengano tenuti in vita solo per nutrire quelli grossi. È evidente che, quanto sopra, sarà facilmente realizzabile quanto più i cittadini europei saranno diseducati, con poca istruzione e cultura; ovvero con scarsa capacità critica, progettuale, espressiva, di elaborazione e di ragionamento. Altro che democrazia!

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