La democrazia diretta non funziona

La democrazia diretta della Rete costituisce certamente uno degli elementi di novità portati dal Movimento 5 Stelle nel panorama politico italiano e forse addirittura mondiale. Lo rivendica lo stesso Beppe Grillo che ha annunciato da poche ore i risultati della consultazione online per la modifica dello statuto (Non Statuto) del Movimento: “Grazie agli 87.213 iscritti che hanno partecipato alla votazione! Avete permesso al MoVimento 5 Stelle di raggiungere quello che probabilmente è il record mondiale di partecipanti a una votazione online per una forza politica o un’associazione. Mai così tante persone si sono potute esprimere direttamente sul futuro della comunità di cui fanno parte”.

Ma i dati diffusi dal blog suggeriscono in realtà una situazione assai meno felice per il Movimento, che ridimensiona notevolmente la portata della rivoluzione a 5 stelle per la democrazia diretta. Il dato più interessante che emerge da quest’ultima consultazione è sicuramente il numero totale degli iscritti certificati: 135.023 (alla data del 1 gennaio 2016), omesso dai risultati di tutte le consultazioni fin dai tempi delle Quirinarie 2013 (quando erano circa 40.000). Le ragioni dell’omissione sono palesi e certificano un problema di fondo del Movimento, che rischia di pesare notevolmente in futuro: la democrazia diretta non sta funzionando come dovrebbe, anzi, non funziona affatto. Se infatti confrontiamo i dati delle altre consultazioni svolte nel 2016 alla luce del totale dei membri certificati, i numeri si fanno davvero impietosi.

Le prime votazioni sulle proposte di legge dei cittadini (sorvolando per pietà sui contenuti) tramite il portale lex iscritti della piattaforma “Rousseau”, hanno registrato numeri davvero bassi se confrontati con gli aventi diritto. Il 5 luglio alla prima consultazione hanno partecipato 15.290 iscritti certificati (dunque l’11,3%) che hanno espresso fino a 5 preferenze su 129 proposte di legge. Le due più votate (quelle che passano alla elaborazione parlamentare) hanno ricevuto rispettivamente 6.020 (vincolo di mandato) e 4.058 (riapertura delle case chiuse) preferenze. Per quanto riguarda la seconda consultazione del 23 settembre, con le medesime modalità e 193 proposte di legge, non è stato reso noto il numero di iscritti partecipanti ma solo le preferenze delle due leggi più votate: 3.945 (agevolazioni iva prodotti italiani) e 3.444 (abolizione doppia pensione sindacalisti). La terza, svoltasi mentre era aperta anche la consultazione sulle modifiche allo statuto (19 ottobre), ha visto la partecipazione di 7.687 iscritti certificati (il 5,6% degli aventi diritto) e il passaggio alla fase parlamentare di due leggi (su 97 proposte) con 3.328 (educazione alimentare a scuola) e 2.260 (referendum sui trattati internazionali) preferenze.

A questo punto è doveroso ricordare che ci sono notevoli differenze tra le consultazioni sul portale lex iscritti e quella conclusasi oggi sul Non Statuto. Infatti le prime si svolgono in un arco temporale molto breve e cioè dalle 10 del mattino alle 19 di un singolo giorno, mentre l’altra è durata un mese intero, con appelli al voto da parte di tutti gli esponenti più in vista del Movimento, compreso il videomessaggio di Beppe Grillo e martellanti sms a tutti gli iscritti per sollecitarli a votare. Nonostante questi sforzi la consultazione non ha comunque raggiunto il quorum dei 2/3 previsto per le modifiche statutarie, anche se il 64% è certamente una percentuale enormemente più confortante di quelle esaminate in precedenza. L’esistenza del quorum in questa votazione ci ha permesso di conoscere finalmente il totale degli iscritti e dunque di verificare la reale partecipazione ai portali di democrazia diretta creati dal Movimento ed evidentemente i numeri delle consultazioni online fanno clamorosamente “a pugni” con i risultati del Movimento nelle urne e nei sondaggi, nei quali raccoglie milioni di voti e percentuali che lo inquadrano come secondo partito del panorama nazionale. Un'altra notizia negativa per il Movimento è che non solo la partecipazione democratica diretta scarseggia, ma è anche in calo rispetto ai primi anni! Per fare qualche esempio di altre votazioni svoltesi in un solo giorno: alle Quirinarie votarono 28.518 iscritti su 48.292 certificati (quasi il 60percento), in seguito, nonostante non compaiano più i dati sugli aventi diritto, abbiamo i 25.268 votanti per le unioni civili dell’ottobre 2014 e un mese dopo i 37.127 che certificano la nascita del Direttorio. Nel novembre 2015, 40.995 iscritti votarono per le modifiche al simbolo del Movimento e un mese dopo 26.630 per l’espulsione della senatrice Fuksia. In buona sostanza nel 2013 gli iscritti certificati erano 48.292, oggi sono 135.023 e nonostante questa crescita i numeri dei partecipanti alle consultazioni online si aggira sempre intorno ai 30.000 iscritti (probabilmente sempre gli stessi), con picchi che sfiorano i 40.000 in occasione delle consultazioni su regole interne, sim boli e organismi del Movimento e record negativi proprio nell'anno 2016 nonostante la nascita di "Rousseau" e dei portali di democrazia diretta, con la sola eccezione di quest’ultima votazione che ha però caratteristiche assai diverse dalle precedenti, come già osservato. I numeri possono essere letti e interpretati in molti modi ma che la democrazia diretta targata 5 stelle non stia decollando è un fatto innegabile. La consultazione sul Non Statuto era attesa proprio perché la presenza del quorum avrebbe obbligato Beppe Grillo a dichiarare ufficialmente il numero degli iscritti certificati, più che triplicati in soli tre anni, senza che questo abbia comportato una crescita della partecipazione effettiva. Questi dati dovrebbero introdurre una profonda riflessione all’interno del Movimento sulle idee di democrazia diretta che evidentemente infiammano una percentuale talmente risibile dell’elettorato a 5 Stelle al punto da suggerire una domanda spontanea: vale davvero la pena insistere?

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