La burocrazia del terremoto
Claudio Bellavita 10:25 Domenica 19 Marzo 2017 0
In Italia non capitano mai terremoti. Per lo meno secondo la nostra burocrazia, che ogni volta deve partire da zero con le complicate procedure degli appalti pubblici, parere di questo e di quello, tempi per la gara, smistamento di telefonate di politici e adesso anche di loro stretti parenti: insomma, si batte la grancassa se dopo 5 mesi arrivano finalmente le prime 25 casette prefabbricate. L’idea di costituire 3 depositi di prefabbricati pronti da montare in giro per l’Italia non ha ancora sfiorato il ministero dell’Interno, che ha appena imparato a gestire i depositi delle gelide roulotte in parte donate dai cittadini (che non ne potevano più dei costi di parcheggio e di tariffe autostradali) e in parte acquistate dalla lobby dei produttori che per le stesse ragioni stanno per fallire.
Ma consoliamoci: l’alta scuola della burocrazia sta implementando i suoi corsi sulla difficile materia. Vi sarà trasferita la funzionaria della prefettura di Teramo per tenere il corso “come mettere al suo posto il cittadino che riesce a superare le musichette per avvertire di un disastro”. Verrà adottato e diffuso il testo del prof. Rodotà (santo protettore della burocrazia inutile e della sinistra parolaia) “come costringere a rivolgersi a un consulente ogni cittadino che deve compilare un modulo per la PA (ma anche per la sua banca e per cambiare fornitore di luce gas telefono). Saranno aumentati gli scambi di metodologia con i paesi del terzo mondo, in particolare con l’India che detiene tuttora il record della burocrazia più invadente e ritardataria, e il Sud Sudan, che pretende 10.000 dollari per dare un visto di ingresso a ciascun membro delle onlus che accorrono per aiutarli a affrontare la carestia e il disastro umanitario di 6 anni di guerra civile...