Liberi, ma meno sicuri e più poveri

Oggi ricordiamo con commozione tutti coloro che si impegnarono per ridare la libertà e la democrazia al nostro Paese insieme a una speranza di futuro migliore. Il ricordo oggi deve rilanciare un impegno perché mai come oggi il nostro Paese e l’Europa sono stati così insicuri e nel nostro Paese più poveri.

Il populismo nasce dagli errori di chi ha guidato la politica europea della austerity e da chi l’ha voluta applicare al nostro Paese come una medicina curativa. L’Italia e il Sud Europa non sono guariti. Per la prima volta dall’Unità Nazionale, nel reddito pro capite e nel lavoro l’Italia è sotto la media dell’Europa a 28. Per il reddito pro capite siamo sotto del 12,6% rispetto al 2007 mentre la Germania, l’Inghilterra, gli Usa hanno già recuperato i livelli del pre-crisi. Il tasso di inattività vede nel nostro Paese il 22,5% delle persone tra i 15 e i 74 anni inattivi mentre in Germania solo il 5,8 della popolazione è inattiva. Dal conflitto di classe siamo passati al conflitto generazionale.

È evidente che l’impoverimento del Paese si è concentrato tutto sulle fasce più deboli a partire dai giovani. Ed è un impoverimento che a 9 anni dall’inizio della crisi ha portato e sta portando la gente alla disperazione. Senza il ritorno a una forte crescita non si creeranno i posti di lavoro essenziali per l’aumento del reddito e dei consumi ma anche per una vita sociale corrette. Il Paese ha bisogno della crescita altro che la decrescita. Nella sua storia i periodi di maggiore crescita sono stati determinati da grandi investimenti in Infrastrutture di trasporto. Dai porti, dagli aeroporti e dalle reti ferroviarie europee potrà arrivare una grande spinta alla ripresa e al lavoro.

Da Monti in poi in oltre 5 anni di riforme annunciate i risultati sono molto al di sotto di quelli ottenuti una Germania e in soli 3 anni da Schröder e oggi in Italia siamo tutti più poveri ma i senza lavoro, i precari e chi ha pensioni minime molto ma molto di più.

Ricordare il 25 Aprile oggi ci deve spingere a cambiare la politica economica e sociale perché, paradossalmente, i senza lavoro oggi hanno meno speranza dei nostri genitori nel ’45.

*Mino Giachino, responsabile nazionale trasporti Forza Italia

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