Non possiamo accoglierli tutti

Bisogna avere il coraggio di chiarire i dubbi sull’accoglienza senza aver paura di apparire razzisti. Di una cosa dobbiamo essere certi: in Italia non può sbarcare tutto un continente senza produrre dei seri problemi al tessuto sociale , oramai è lampante che questo modo di recuperare i richiedenti asilo al largo del Mediterraneo incoraggia gli scafisti e tutti i delinquenti di professione a imbarcare più persone possibile sui gommoni delle morte.

Molte di queste persone non sono al corrente delle difficoltà e dei pericoli che corrono da quando lasciano le coste libiche a quando sbarcano in Sicilia, se sbarcano! Per un paese provato dalla crisi economica come il nostro, una serena convivenza non è possibile per le paure e le diffidenze che un integrazione obbligata provoca nella società civile . Sempre più spesso si notano persone che chiedono l’elemosina in ogni angolo delle nostri centri abitati. Molte vie e piazze sono ostaggio di persone dispotiche dedite a traffici illeciti; tutto ciò spinge in ritirata la nostra cultura non abituata allo scontro.

Se vogliamo salvare la vita di chi si avventura in mare, dobbiamo essere capaci di garantirne la dignità: non possiamo salvare delle vite e poi condannarle a morire di disperazione dimenticate nei sobborghi o nei centri di “accoglienza” . E’ uno sbaglio considerare l’integrazione una leggerezza da gestire “last minute” una leggerezza che provocherà delle fratture nelle generazioni a venire non facili da sanare. Chi dice che questi profughi saranno una risorsa dice una falsità ,soltanto una piccola parte di queste persone potrà emergere , in molti dovranno accettare l’emarginazione che la crisi economica e la mancata integrazione provocherà sulla loro condizione . Sono convinto che non ci sia lungimiranza su quello che si dovrebbe fare ma soltanto interesse economico fine a se stesso.

print_icon