Il problema non è l’abbraccio

Non sono gli abbracci che mi preoccupano. Una politica che abbia un minimo di umanità è fatta anche di questo e sa distinguere tra il rispetto della persona, il calore umano e la divergenza politica. La prima non esclude affatto la seconda è viceversa.

Io ho avuto e mantengo rapporti di stima con numerosi avversari politici, spesso mi è capitato e mi capita di abbracciarne o di salutarne alcuni con particolare calore, ma le differenze tra di noi  rimangono e sono profonde. L’importante è avere le idee chiare su dove si vuole andare, essere netti nel definire finalità, contenuti e obbiettivi del proprio progetto politico, lanciando un messaggio chiaro e forte alle persone che si vogliono rappresentare.

Pisapia ha più volte dichiarato di volersi rivolgere a quei milioni di elettori che in questi tre anni, dopo le elezioni europee, hanno voltato le spalle al Pd non condividendone le scelte politiche e di Governo. Ha criticato le politiche del governo Renzi sul lavoro, il fisco, la scuola, la politica sociale è ha indicato un programma di discontinuità.

Ciò che si sta cercando di costruire non è un generico movimento, ma un partito alternativo a quelli esistenti, compreso il Pd. Se non fosse così, non si capirebbe perché un elettore che ha disertato le urne o ha votato per altri partiti in polemica con Renzi, dovrebbe dare credito alle proposte e ai candidati del Campo Progressista. Di fronte alle sconfitte elettorali subite dal Pd che oggi viene dato al 25% (contro il 40 ottenuto alle europee) una prospettiva di governo di centrosinistra può realizzarsi solo se la sinistra cresce, si rafforza un partito con una chiara impronta riformatrice e se una futura alleanza di governo si fonderà su nuovi programmi e una nuova leadership.

Questo non lo dicono solo Speranza, Bersani o D’Alema, lo richiedono la situazione politica e sociale del Paese e i rapporti di forza emersi dagli ultimi tre appuntamenti elettorali. E invece si continua a ragionare come se fossimo all’indomani delle elezioni europee, come se Renzi non avesse compiuto una fallimentare esperienza di governo e continuasse a rappresentare una novità, ma non è più così da un pezzo.

In questo caso gli elettori seguiteranno a non andare a votare o continueranno a votare per altri partiti perché il Campo Progressista non sarebbe percepito come una novità alla situazione esistente. È l’abc! È verissimo che noi lavoriamo per ri-costruire il centrosinistra ma gli aggettivi “nuovo, ampio e inclusivo” hanno un significato preciso. Le alleanze dovranno fondarsi sui programmi e non astratti ragionamenti politicisti, rispetto ai quali il tema del lavoro è centrale.

Oggi noi e il Pd diciamo cose diverse, radicalmente diverse sui punti qualificanti di un concreto programma di governo. Noi critichiamo le scelte compiute dal governo Renzi e chiediamo che la legge di stabilità contenga gli elementi di una svolta nella politica economica e sociale, precondizione per poterla votare. Il Pd difende e rilancia le scelte compiute in questi anni e con il suo Segretario si ricandida, nonostante i rovesci elettorali, a governare il Paese nel segno della continuità. Qui stanno la differenza e le ragioni della rottura che non sono frutto di rancori o di ripicche, ma da valutazioni radicalmente diverse sulla situazione del Paese e sulle politiche che si dovrebbero realizzare e sull'idea stessa della sinistra.

Poi anch’io se partecipo a una festa dell’Unita, che frequento da molto più tempo di tanti dirigenti del Pd,  alcuni dei quali non vi hanno mai messo piede, mi sento vicino a quei militanti che lavorano giorno e notte per garantirne la riuscita e con i quali ho condiviso decenni di impegno e per quali continuo a provare una forte simpatia umana, ma i nostri giudizi sulle scelte politiche e programmatiche, sulla leadership e progetti futuri rimangono diversi. Edulcorarli non serve, mentre fare finta che le divergenze non esistano, o che la rottura che c'è stata sia imputabile al carattere più o meno scontroso delle persone, è innanzitutto  una mancanza di rispetto nei loro confronti.

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