Manager e rimborsi, serve trasparenza

Da quando, poco meno di 4 anni fa, mi è stato chiesto di ricoprire il ruolo di Amministratore Unico dell’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente (Ipla SpA), dopo che per 20 anni vi ho lavorato come tecnico, ho scelto subito la strada della trasparenza. Non solo perché facendo attività politica nei Radicali (non per mestiere ma per passione da 32 anni!) ho fatto di questo tema una delle mie priorità ma perché credo sia l’unico modo per riavvicinare i Cittadini alle Istituzioni e anche ad una gestione delle società partecipate che troppe volte ha mostrato gravi carenze.

All’Ipla non ci siamo fermati solo al rispetto della legge, che dovrebbe essere il minimo. Oltre a redditi miei e del Direttore generale f.f., dichiarazioni dei redditi miei e dei miei parenti fino al secondo grado (previsti dalla legge), ho scelto, mese dopo mese, di pubblicare i miei rimborsi personali che percepisco svolgendo il mio ruolo, relativamente ai rimborsi chilometrici, ai rimborsi pasti, a pedaggi e parcheggi, a eventuali pernottamenti o altro. Tutto specificato e reso disponibile sul sito istituzionale nella sezione dedicata a “Società trasparente”.

Le stesse informazioni, per dare a esse maggiore visibilità, le ho pubblicate, mese per mese, sulla mia pagina facebook personale. Cosa che continuerò a fare fino alla fine del mandato.

Non mi metto tra coloro che additano sempre e comunque la politica o i manager come casta o, peggio ancora, come malaffare. Ci mancherebbe. Eppure non si può negare che i comportamenti di alcuni abbiano fatto calare un velo di diffidenza su tutti. Un velo difficile da togliere.

Svolgere una funzione pubblica impone doveri in più che partono essenzialmente dalla trasparenza degli atti che si fanno e dalla esplicitazione dei fondi che vengono spesi. Per questo credo sarebbe opportuno che tutti gli amministratori pubblici facessero come me. Si ridurrebbero di molto le polemiche di fronte a cifre di rimborso consistenti come quelle venute alla luce nel caso di Smat (LEGGI QUI), che certo non è un caso isolato nella storia delle partecipate italiane e non voglio giudicare in alcun modo, e si darebbe a ciascuno la possibilità di verificare quali spese si sostengono. Poi, questo lo dico come nota personale, affermo che è possibile svolgere questo ruolo di A.U. dell’Ipla contenendo al minimo i rimborsi anche in termini quantitativi. Per chi è interessato sottolineo che da 4 anni ho ridotto di oltre il 90% la spesa per rimborsi dell'organo amministrativo, che oggi si attesta complessivamente poco al di sotto di 3.000 euro all’anno, corrispondenti a 250 euro al mese.

*Igor Boni - Amministratore Unico IPLA SpA

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