Far vincere il bene non è impossibile

I recentissimi interventi di Papa Francesco, del Presidente Mattarella e – guardando al livello a noi più vicino – quello dell’Arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, hanno molti punti in comune. Fra i tanti – tutti espressi in maniera altissima – io vorrei sottolineare l’affermazione che “si può ancora scommettere sulla forza del bene che vince il male”. Il Capo dello Stato è arrivato ad affermare che “la vera forza è la bontà” e che bisogna “dare voce all’Italia positiva”, affermando, verso la conclusione del suo discorso: “ringrazio, ancora una volta, Papa Francesco per il suo magistero volto costantemente a promuovere la Pace, la coesione sociale, il dialogo, l’impegno per il bene comune”.

Questi, in sintesi, i riferimenti che noi, membri del coordinamento interconfessionale Piemontese, vogliamo porre a ispirazione del nostro impegno e del nostro lavoro quotidiano. Difatti, il movimento interreligioso “Noi siamo con voi”, è nato circa tre anni fa di fronte  all’ondata di odio scatenato da fondamentalisti di vario tipo, in primis islamisti. Da allora, ha promosso decine di iniziative la più diverse. Da incontri di studio, dialogo e approfondimento a iniziative di solidarietà concreta, da momenti di preghiera a prese di posizione etico sociali. L’ultima in ordine di tempo, si è svolta il giorno 1 gennaio 2019 presso la sede del Ser.mig. all'Arsenale della Pace. Essa  è consistita in un’assemblea intensa e affollatissima, che ha dedicato oltre due ore a testimonianze sul tema: “Con Vivere, la Pace è il bene più grande”. In apertura è stato letto e illustrato  il documento/appello delineante il tema della serata. Questo scritto – elaborato e condiviso dai responsabili delle confessioni religiose aderenti al Movimento, cioè la quasi totalità di quelle presenti in Piemonte – ha voluto sottolineare sia la necessità della Pace, come bene che è presupposto per tutti gli altri, sia di una Pace fondata – per essere reale e godibile da tutti – sulla giustizia, l’equità, il rispetto reciproco, la sincerità, l’onestà e la fedeltà. Cioè quelle “virtù” che, secondo Papa Francesco sono proprie di una Comunità giusta e di una buona politica.

Quindi un lavoro per la Pace che, come ha affermato immediatamente dopo l’Arcivescovo Cesare Nosiglia, si declina almeno sotto tre aspetti:

1 -            La pace con se stessi
2 -            La pace con gli altri
3 -            La pace col creato

Mons. Nosiglia ha poi voluto esplicitamente sottolineare che la Buona  Politica è fattore indispensabile per la costruzione del Bene Comune, aggiungendo che comunque, anche contro ogni, “evidenza, bisogna sempre scommettere sul Bene che sconfigge il male”.

Strumenti fondamentali, ha aggiunto, per la realizzazione della Pace e del Bene, sono sempre il dialogo, il confronto e l’accoglienza. Infine l’Arcivescovo ha concluso il suo prezioso intervento, ringraziando fortemente per il lavoro prodotto e per le iniziative assunte  dal Coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”. Perché, ha aggiunto, “la Pace nasce dal nostro esempio di credenti, che si riuniscono in unità e collaborazione tra di loro, per poi allargarsi – con questo spirito – a tutte le componenti della Società”, e voi ha affermato Mons. Nosiglia “rappresentate proprio un esempio vivo e tangibile di tutto ciò”. Dopo l’intervento dell’Arcivescovo, sono seguiti quelli di tutti gli altri esponenti delle Comunità religiose, dagli Ebrei agli Islamici, dai Buddisti agli Induisti, dai Protestanti e Valdesi ai Cristiani ortodossi, e via dicendo. 

Ebbene, benché l’incontro sia stato veramente partecipatissimo e abbia registrato una consonanza ideale più che significativa, ci rendiamo conto che il lavoro da fare è ancora immenso.

L’attuale situazione socio economica, culturale, politica, sociale, e finanche “psicologica” è  - difatti – estremamente deteriorata, in Italia come in gran parte del mondo. Non sappiamo quando questa potrà mutare in meglio, né abbiamo certezze sui sistemi per conseguire un cambiamento. E’ possibile che ci vogliano molti anni, ed è probabile che il percorso da seguire richieda tanta determinazione quanta pazienza. Data la situazione nella quale ci troviamo, forse la risposta più giusta è quella di partire dall’educazione e dalla ricostruzione di una cultura. Ciò senza ritenere di poter realizzare subito cose clamorose, ma anzi, consapevoli di dover passare  attraverso anche a non pochi momenti “catacombali”.

Ci sono due cose però che ci confortano: la prima è che in una società fluida come questa, i cambiamenti possono essere rapidi, così in negativo, come in positivo. La seconda è che, da una parte esistono dei veri fari come le personalità succitate, e non solo, dall’altra parte iniziano a moltiplicarsi realtà spontanee di vario tipo e natura, che manifestano un profondo disagio per l’attuale andazzo e si stanno attivando per contrastarlo e, se possibile, invertirlo. A queste esperienze noi guardiamo con simpatia e rispetto, e con la volontà di realizzare ogni forma di collaborazione, integrazione, interazione, che possa portare al superamento della vigente cultura del rancore e degli egoismi, e andare, finalmente, nella direzione di un genuino bene comune.

*Giampiero Leo, portavoce del Coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi” e vice Presidente del Comitato diritti umani della Regione Piemonte

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