Quei pregiudizi sulla destra

Lo diciamo da sempre. Comunque la Destra, partito di popolo, con le sue componenti nazionale e sociale, liberale, cattolica e moderata intendesse innovare identità politica e simbologia per dimostrarsi modernista e democratica, gli avversari post comunisti e progressisti non rinunceranno mai per convenienza al loro collante ideologico e di potere antifascista. Anche i loro rappresentanti considerati “intellettualmente onesti” quando li infastidisci politicamente riversano su tutti noi l’accusa di essere fascisti, come accade in questi giorni in merito al presunto passaggio in Fratelli d’Italia del governatore del Piemonte Cirio o dell’adesione alla Destra di altri esponenti politici.

È una ossessione a cui chi si schiera con FdI deve rispondere senza complessi di colpa, timori reverenziali, opportunismi tattici che non possono durare. Allora bando alle distinzioni artificiose e anacronistiche sulle etichettature che i nostri avversari interessatamente ci impongono e che tanto preoccupano o rendono titubanti certi nostri alleati e certi nuovi aderenti. Alla strategia della spada di Damocle antifascista che agitano i nostri avversari, dobbiamo opporre chiarezza di idee e di concetti, proposte e programmi in termini di attualità di contenuti e credibilità. In definitiva, il coraggio di una scelta per oggi e per domani che abbiamo compiuto per il futuro dell'Italia.

Sul corso della storia italiana contemporanea si innesta e prorompe l’eredità e la validità del progetto ideale e politico proposto da Giorgio Almirante ed oggi rilanciato e definito da Giorgia Meloni. Tutto ciò rinsalda la coerenza del nostro “zoccolo duro”, recupera il consenso dei molti schifati della politica e delusi dalla confusione identitaria, riduce l’indifferenza generale ed è una prova di serietà d’intenti da parte di chi è pronto a saltare sul carro vincente.

print_icon