Merito e competenza nelle urne

Ci siamo. L’8 e 9 giugno si vota  per le europee, le regionali e anche le comunali, in alcuni centri tra cui la mia Collegno. Voglio votare evitando di turarmi il naso come diceva Montanelli, ma voglio evitare anche un voto per inerzia e assuefazione come Cacciari considera lo zoccolo duro del voto al Pd.

Sin da quindicenne, nei lontani anni ’70, il buon parroco di San Giulio, don Virginio, mi insegnò che bisogna agire “per qualcuno o qualcosa” non “contro”. Insomma guardia mo il lato positivo, di prospettiva anche se è il lato più corto del triangolo. Votare comunque chi mi rappresenta di più con i suoi limiti ma soprattutto votare le persone con competenze, capacità e professionalità. Ecco perché penso che la vera riforma non sia il premierato ma reintrodurre le preferenze affinché il cittadino possa scegliere tra i candidati e non subire l’imposizione del leader di partito che mette in lista più i fedeli che i capaci.

La seconda riforma e lo dimostrano le vicende recenti è ritornare al finanziamento pubblico dei partiti. Se il reddito medio procapite in Italia è di poco oltre i 33mila euro e per fare una campagna elettorale, dalle regionali in su, occorrono circa cinquantamila euro, capite che, per guardare al Pd, tutti quelli che vuole rappresentare – dal lavoro dipendente ai pensionati nelle fasce medio basse – non possono candidarsi. All’inizio del secolo scorso i ceti ricchi, abbienti, la borghesia mossa da impegno civile e caritatevole, oltreché spirito sociale, cercava di elevare e rappresentare i ceti poveri, il popolo. Basta scorrere la lista Pd alle regionali, molti quadri di partito uscenti “da qualcosa”, solo due sotto i 30 anni, nessun operaio o pensionato, nessun sindacalista. Ecco perché serve nuovamente il finanziamento pubblico ai partiti e le preferenze affinché si possa votare chi vive la stessa realtà sociale economica e territoriale del votante, si possa votare chi rappresenta un blocco sociale di base e non sia necessario che un operaio voti sempre un notaio o un avvocato, sebbene di sinistra ma il primo abita a Mirafiori o alle Vallette, l’altro alla Crocetta o in collina. C’è differenza, c’è.

Quindi torniamo a un voto indirizzato a chi ha competenze,  a chi vive la realtà quotidiana. Per questo un voto “per qualcuno o qualcosa” anche se è difficile. Conosco Gianna Pentenero da anni, candidata per la sinistra-centro, ci siamo incrociati ai tavoli istituzionali, io come sindacalista lei come assessore al Lavoro prima in Regione e poi in Comune. Persona che si “sbatte”, si impegna, svolge con conoscenza e passione il suo lavoro, che conosce la macchina amministrativa. Un partito, in questo caso il Pd, mantiene credibilità se presenta delle persone presentabili. Chi si può votare dei candidati? Francesco Casciano è il mio sindaco da dieci anni, ci siamo confrontati spesso su temi quali Stellantis, conosce il territorio, ha lavorato bene, insieme a altri sindaci e al patto territoriale ha creato il “chilometro blu” un progetto di economia circolare legata ai rifiuti. Ha scelto un buon erede in Matteo Cavallone. Poi sceglierei Monica Canalis, un bulldozer sulla Sanità, esperta conoscitrice della materia. Ho lavorato anche con lei negli anni scorsi, competente e preparata ma soprattutto disponibile a uno scambio di opinioni continuo. Infine, conosco meno Daniele Valle ma ho trovato, quando ci siamo scambiati opinioni e ho chiesto informazioni sulle politiche regionali, una persona disponibile e preparata. Perché faccio un elenco di persone con le loro caratteristiche anziché fare propaganda tout court? Per evidenziare un dato: non scelgo una corrente del Pd; votate quelli di sinistra, votate i cattolici, votate i miei amici. Le competenze e la professionalità, direi il merito; quindi diciamo che do un voto di merito e quello deve essere il criterio. Mi permetto quindi di suggerire all’elettore di destra un voto a Claudia Porchietto, anche con lei mi sono confrontato da sindacalista quando era assessore e a differenza delle sue successore faceva sfoggio di competenza e impegno apprezzando le buone idee da chiunque venissero. Oggi ho notato che gli sfoggi espressi sono nei tailleur, nella chincaglieria di lusso, sicuramente anche qualche gioiello, nelle scarpe griffate, di merito poco.

Alle europee mi affiderei a Luca Jahrier, profondo conoscitore dell’Europa per anni presidente del CESE (Comitato europeo di studi economici) proveniente dall’associazionismo cattolico e anche qui, rifiuto la logica dei paracadutati da Roma.

Un voto trasversale, alle correnti, agli schieramenti, un voto utile anche se i sondaggi non sono favorevoli alla coalizione di sinistra-centro ma vale il “metodo Lo Russo”, ovvero anche con cinque anni di opposizione seria, di merito, sui contenuti, tignosa ma non strumentale si possono creare le condizioni per il cambiamento. La candidatura di Gianna Pentenero, mi auguro sia pensata anche nei suoi scenari futuri e non solo per le prossime elezioni. Se si ha a cuore il Piemonte, se si ha una vera strategia le elezioni del prossimo giugno sono una tappa per tornare a governarlo. A chi è scettico su un risultato vincente si ricordi che è come stesse votando nel 2024 ma anche, di già, per il 2029. Ecco questo è un vero voto utile.

Questo Paese ha bisogno di Istituzioni locali e nazionali con persone preparate e la politica, invece, pensa a battaglie personalistiche, di bottega sia a destra che a sinistra dai referendum, fintamente, sul jobs act al premierato, all’autonomia differenziata. Anziché valorizzare le persone si svilisce il Parlamento, anziché fare battaglie di avanguardia si preferisce guardare al passato. Si vuole riformare la magistratura con la separazione delle carriere, che tra l’altro non interessa a nessuna persona “normale” a cui invece interesserebbe una giustizia celere, un’amministrazione veloce. Proviamo a scegliere le persone da eleggere non seguendo l’ordine con cui sono in lista ma il loro bagaglio professionale, di esperienza, di merito affinché gli ultimi siano i primi.

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