Furti al cantiere Tenda bis, nessuna condanna in appello

La Corte d'Appello di Torino ribalta la sentenza del tribunale di Cuneo per i furti di ferro sul cantiere del Tenda bis. Prosciolti i cinque imputati, tutti dipendenti della Grandi Lavori Fincosit, che in primo grado erano stati condannati a pene comprese fra i tre e i quattro anni di carcere. Il direttore tecnico, due capi cantiere e due operai erano accusati di avere rubato e rivenduto almeno 100 tonnellate di ferro, facendoli passare per rottami. Un'azione condotta senza preoccuparsi di "mettere a repentaglio la stessa sicurezza delle opere", aveva scritto nelle motivazioni della condanna il giudice Sandro Cavallo. I giudici d'appello hanno derubricato l'accusa di furto in appropriazione indebita, dichiarando non doversi procedere per assenza di querela. Per le imputazioni minori, una violazione ambientale e un'irregolarità nella detenzione dell'esplosivo sul cantiere, è stata dichiarata la prescrizione. La vicenda aveva provocato nel maggio 2017 il sequestro del cantiere di Limone Piemonte (Cuneo) e il blocco dei lavori, con la successiva rescissione del contratto d'appalto con la Grandi Lavori Fincosit. Solo nel giugno 2020 è subentrato un nuovo appaltatore, Edilmaco, che prosegue tuttora i lavori. Su un secondo filone d'inchiesta, riguardante le imputazioni più gravi, è in corso un processo a Torino.

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